differenza tra l'etica calvinista e l'etica cattolica
 
1.] se [metaforicamente, con riferimento a weber] l’etica calvinista può essere definita etica capitalistica, l’etica cattolica può essere definita etica mercantilistica.
2.] per l’etica calvinista la ricchezza terrena è segno della ricchezza ultraterrena. [questa etica può consentire anche l’omicidio. se il ricco si sente prediletto per la sua ricchezza, egli può ritenere che questa predilezione sia condiziona alla sola ricchezza, con due conseguenze: può uccidere e sfruttare i lavoratori senza ritenere di essere giudicato da dio, perché rimane ricco; può uccidere e sfruttare i lavoratori per incrementare la sua ricchezza, ciò che conferma il suo essere prediletto.]
3.] questa logica è opposta al vangelo [per cui l’interpretazione calvinista del vangelo è un errore speculativo]: in più passi evangelici gesù condanna il ricco e la ricchezza, facendo dipendere la salvezza dalle opere, e inoltre manifestando predilezione per i poveri, affermando che la ricchezza terrena si corrompe e che la condizione della salvezza non dipende dalle ricchezze [per cui non esiste una correlazione tra ricchezza terrena e ricchezza ultraterrena].  
4.] ma la ricchezza può essere onesta e il ricco cerca il senso della sua ricchezza. questo senso la ricerca epistemica, che legittima la ricchezza, lo identifica al fatto che nella condizione del ricco appare la condizione dell’anima beata [mt 11, 11b].
5.] dio può certamente avere predilezione per un ricco.
6.] l’etica cattolica è opposta all’etica calvinista: condizione per avere la ricchezza ultraterrena è proprio la rinuncia [= digiuno] alla ricchezza terrena.
7.] questo perché dio per creare si è separato …
 
a.] da se stesso.
b.] dal figlio [il padre dal figlio e il figlio da se stesso].
c.] dalla fonte.
d.] dalla tecnica.
 
8.] questo può essere il senso del seguente passo biblico: “io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del padre mio” [mt 26, 29].
9.] si può parlare di kenosis, ma non nel significato tradizionale di svuotamento di cristo per l’incarnazione, ma di separazione di cristo da se stesso per la creazione [in cui già avviene la crocifissione]. [si parla del macro-cristo e della creazione come processo tecnico.]
10.] …
 
a.] l’etica calvinista proietta nella ricchezza terrena la ricchezza ultraterrena, cioè è un’etica dell’“apparire” e del “segno” [semiotica epistemica]. è un’etica dimostrativa: il ricco vede nella sua condizione la dimostrazione della sua salvezza.
b.] l’etica cattolica è invece un’etica dell’"essere", e produttiva: l’uomo non deve dimostrare a se stesso di essere salvato, ma deve determinare [= produrre, causare] questa condizione, per essere realmente salvato, giustificato dalle opere di salvezza.
 
11.] …
 
a.] l’etica cattolica è anche un’etica imitativa: imita con le opere il lavoro creatore di dio-creatore.
b.] l’etica calvinista è invece un’etica simulativa: l’uomo imita la condizione dell’anima beata, già salvata, che già vive nel benessere [= ricchezza].

12.] [metaforicamente] ...

a.] l'etica calvinista è etica capitalistica perchè nella ricchezza/reddito/patrimonio/capitale "appare" il vincolo di salvezza [= la fonte edenica, cristo, la tecnica = salvezza ultraterrena].
b.] l'etica cattolica è etica mercantilistica, perchè l'uomo "scambia" con dio la rinuncia alla "ricchezza", cioè ai "piaceri terreni", e le proprie opere con la salvezza [=
il vincolo di salvezza = la fonte edenica, cristo, la tecnica = salvezza ultraterrena]. la salvezza è cioè un "mercanteggiare" con dio [mt 19, 29: "chiunque avrà lasciato case ... per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna"].

13.] la critica protestante dell'etica cattolica, facente questa critica leva sulla condanna paolina della "legge", ha frainteso un concetto:

a.] è corretta la critica della vendita delle indulgenze e della "legge".
b.] il fraintendimento consiste nel fatto che le "opere di salvezza" non solo la "legge", cioè atti formali, rituali, e oggetti che si donano alla chiesa per avere in cambio la salvezza [questa, dice san paolo, non è la carità: 1 cor 13, 3].
c.] le opere sono opere di sacrificio: un dolore che deriva dall'obbedienza, dallo studio, dal lavoro, dal digiuno, dal contenimento degli istinti [e pulsioni], dalla sobrietà di vita, dalla castità del corpo: tutto ciò che implica rinuncia e fatica. la "legge" di cui parla san paolo, invece, sono atti formali [senza sacrificio], e la vendita di indulgenze riguarda oggetti. [proprio il calvinismo quindi opera la "vendita delle indulgenze": esso attribuisce valore salvifico agli oggetti [= ricchezza], con la differenza che la salvezza non consiste nella loro "vendita" alla chiesa, ma nel loro acquisto e accumulazione.]

note

a.] il giovane ricco del vangelo [mt 19, 22] è come il ricco calvinista: egli non rinuncia alla sua ricchezza, perchè vi proietta la propria salvezza.
b.] dio non chiede all'uomo di rinunciare alla ricchezza terrena [se non ai religiosi], ma gli chiede di ottenerla e di esercitarne il potere, che vi deriva, in modo etico.