commento ad articolo di emanuele severino “l’uomo politico è costretto a mentire” pubblicato sul corriere della sera in data 18 dicembre
2010
/con una critica del neoparmenidismo
 
1.] una tesi di questo articolo è che il “santo” è tutt’altra cosa che un “uomo”, perché l’uomo si identifica con la ricerca del tornaconto personale, il santo invece non cerca il proprio tornaconto personale.
2.] questo concetto di santità non è corretto in relazione alla dottrina cristiana espressa dal vangelo.
3.] il santo è infatti l’uomo che massimamente cerca il proprio tornaconto personale, e che quindi, essendo questa ricerca l’essenza dell’uomo [l’essenza della ricerca della potenza], è massimamente uomo.
4.] dice infatti gesù in una parabola: “… disse poi a colui che l’aveva invitato: “quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, …al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti”
[lc 14, 12-14]. questa “ricompensa” è il tornaconto personale non solo dei santi, ma di tutti gli uomini, e il politico/uomo, di cui parla severino, che cerca in terra il proprio tornaconto personale a danno della comunità, viene punito da dio nel giudizio universale [è cioè privato del vero tornaconto personale, definito premio o ricompensa ultraterrena].
5.] la logica di severino sta nel racchiudere l’uomo solo nell’al di qua, per cui la ricerca del giusto tornaconto personale non può che avvenire a danno del bene comune.
6.] in tutti gli scritti di severino si osserva che severino pone come problema dell’uomo il nulla. ma per il cristianesimo il problema dell’uomo non è il nulla, ma è l’inferno, che è una forma dell’eternità.