note a integrazione del paragrafo PTF876.html_[]: episteme, cristianesimo e neoparmenidismo
 
1.] si pone un problema: è essenziale lo schema quadripartito [con la distinzione tra dio ed essere astratto semplice e indifferenziato] per la confutazione del neoparmenidismo, oppure è sufficiente lo schema tripartito adottato nella filosofia cristiana tradizionale, nel quale dio è l’essere ?
2.] il neoparmenidismo si fonda sul rifiuto del concetto nichilistico del divenire, inteso come identificazione del nulla ad un luogo senza leggi, e del divenire come al processo che fa emergere dal nulla l’imprevedibile. dio, con la sua prescienza, riempie questo nulla, e quindi vanifica il divenire. inoltre dal nulla non può emergere l’ente – dice severino – perché in questo modo l’essere divenire altro da se stesso.
3.] la distinzione epistemica tra dio ed essere consente di distinguere l’essere dalla volontà del soggetto, forma di divenire: l’essere predetermina ciò che la volontà può volere che emerga dal nulla, e quindi dal nulla non può emergere l’imprevedibile. inoltre neppure per effetto spontaneo del divenire [concetto di divenire maggiore rispetto a quello della volontà] può emergere l’imprevedibile. tutto ciò che emerge dal nulla avviene secondo leggi, il soggetto [dio e l’uomo] le conosce e lo prevede.
4.] severino quindi presuppone che esista un unico concetto di divenire, quello fondato sull’imprevedibilità dell’emergere degli enti dal nulla, un nulla considerato senza leggi.
5.] ecco quindi a cosa serve la distinzione epistemica tra dio ed essere: a impedire che l’essere, come divenire, sia la volontà, la quale, con il divenire, se non è racchiusa entro il contesto di un essere maggiore dello stesso dio, può essere interpretata come caos e imprevedibilità. così si genererebbe il conflitto tra divenire/volontà e prescienza.
6.] con la distinzione tra dio ed essere, l’essere rappresenta un contesto maggiore di dio, del nulla, del divenire, dell’ente, che pone a queste realtà delle leggi, dio le conosce e così può prevedere l’emergere degli enti dal nulla.