confronto tra pitagorismo e platonismo per l’illustrazione dello schema quadripartito/
episteme e cristianesimo
 
1.] è in errore la ricerca epistemica circa l’interpretazione delle “dottrine non scritte” di platone. platone non ha concepito, come si è pensato finora, l’uno e la diade come enti [epistemicamente detti ipostasi] posti gerarchicamente sopra le idee, ma come termini per la spiegazione della loro conformazione, ovvero come dualismo di limitato e illimitato.  
2.] l’episteme è quindi originale nell’aver concepito l’uno e la diade come termini della realtà necessaria realmente esistenti, e matrici dell’unità di dio e della dualità [binarietà] delle due nature di cristo.
3.] al di là di questa precisazione l’interpretazione epistemica del platonismo risulta corretta e integrata dall’episteme nello schema quadripartito:
 
a.] nell’episteme esistono le idee, il demiurgo e il mondo caotico.
b.] il demiurgo è il dio cristiano.
c.] dio non plasma il mondo caotico, ma crea dal nulla [anche agendo sul mondo caotico, sulla fonte e sulla tecnica].
d.] crea a immagine delle idee [il creato riproduce la realtà necessaria].
e.] questo dio è però il dio cristiano: non è un ente introdotto per spiegare il creato, come fa platone, ma è oggetto di culto [latria] da parte dell’uomo, oggetto di fede per rivelazione, centro della realtà necessaria e unico soggetto in essa. non è corretto definirlo demiurgo o divino artefice, perchè la natura di dio prevale sull'atto della creazione: non è corretto definire dio solo in rapporto al creato. dio deve essere definito in relazione alla realtà necessaria [oggetto], in cui dio è il soggetto.
 
4.] la distinzione tra idee e questo dio, dove le idee sono i modelli delle realtà necessarie [uno, diade, essere, cosmo, tecnica – quindi computer divino -, atomo, energia, spazio, tempo, infinito, eterno, natura, eden, fonte, corpo biologico, cellule], serve per una ragione di rigore speculativo. la novità essenziale dell’episteme sta nell’aver fatto di dio una realtà derivata, e la cui esistenza è così dimostrata, dimostrata dai processi [necessari] della sua derivazione dal principio e dall’essere.
5.] la derivazione di dio dal principio fa di dio un ente derivato, ma dio rimane:
 
a.] necessario.
b.] eterno [non derivato nel tempo].
 
6.] dio è inoltre l’unico soggetto nella realtà necessaria, e solo il soggetto [dio] viene epistemicamente detto "assoluto", sebbene la realtà necessaria sia tutta “assoluta” rispetto al mondo creato. [quest’ultimo è quantitativamente troppo poco perché la realtà necessaria sia detta “assoluta” rispetto ad esso.]