proposizioni sul criticismo kantiano nella concezione epistemica
 
1.] nella concezione epistemica, dio essendo il soggetto nella realtà necessaria, il kantismo viene applicato a questo soggetto, in due modi:
 
a.] il noumeno è la realtà esterna a dio che si riproduce all’interno di dio come fenomeno, in modo che dio può conoscere la realtà a lui esterna, in quanto riprodotta al suo interno. il figlio, interno a dio, opera l’identificazione panteistica con il fenomeno [essere = pensiero].
b.] il figlio, come verbo-episteme, è l’apparato schematico categoriale-concettuale kantiano, ovvero il sistema degli schemi attraverso cui il padre, di cui il figlio è la mente, conosce la realtà, a lui esterna ed interna. la realtà, come detto nel punto a.] del punto 1.], si riproduce nelle idee e queste nelle categorie [entrambi fenomeni], e quindi si riproduce nel figlio, che, come apparato schematico, è detto verbo [parola, linguaggio, apparato conoscitivo categoriale kantiano].
 
2.] il figlio, identificandosi panteisticamente con le idee, interne a dio [esterne a dio e riprodotte internamente a dio], diventa figlio-idee, cioè apparato categoriale [in senso platonico e kantiano][= episteme = verbo, parola, linguaggio/dio come linguaggio e mente del padre].
3.] nella concezione epistemica si dice che “dio s’inkanta”, per evidenziare l’applicazione del kantismo a dio.