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La filosofia e l’ideologia
 

L’ideologia può essere intesa secondo questi tre significati:

- come corrente filosofica di pensiero, anche intesa in senso storico, di cui si sottolineano le implicazioni pratiche: etiche o politiche. Da questo punto di vista, ideologie sono il comunismo, il socialismo, il liberalismo, il liberismo (che è l’aspetto economico del liberalismo), il capitalismo, e anche lo stesso cristianesimo. Considerare il cristianesimo come un’ideologia non è riduttivo, perché di esso (che è più di un’ideologia), con il termine ideologia si vuole sottolineare solo un aspetto: quello attinente alle sue implicazioni etico-politiche e sociali, in un determinato contesto storico;
- come un contenuto di ragione, assunto quasi acriticamente come “fede”, per scopi etico-politici o interessi egoistici, o comunque “pratico-materiali”. In questa definizione non c’è contraddizione. L’ideologia è una fede, ma convince con la forza della ragione, perché è presentata in modo ragionevole e credibile;
- genericamente, come “sistema di idee”, correlato ad un’idea “forte” e fondamentale.

Ma l’ideologia è oggi soprattutto un surrogato della verità (secondo e terzo significato).
I partiti politici assumono a proprio scopo un’ideologia, la quale, dopo il “crollo delle ideologie”, non è tanto una filosofia “forte”, ma un’“idea-tipo”, capace di funzionare come uno “slogan”, attirando il consenso delle masse di elettori e dell’opinione pubblica.
Cosa si intede con l’espressione “crollo delle ideologie” ? Essa ha un contenuto di verità, ma può essere fuorviante. Il crollo del Muro di Berlino nel 1989 è assurto a simbolo del crollo delle ideologie, ma in realtà esso è stato la premessa per il crollo di una sola ideologia, il comunismo, la quale peraltro non è affatto “crollata” (tant’è che nel nostro Paese, in Europa e nel mondo continuano ad esserci partiti politici che si rifanno all’ideologia del comunismo, fondata da Marx - il comunismo viene anche detto “marxismo”). L’espressione “crollo delle ideologie” è quindi fuorviante. Si è inteso dire che il crollo del regime sovietico in Russia ha tolto protezione politica a tali partiti politici, e quindi essi sono stati costretti a un generale “disincantamento”, essendo stati portati a riflettere circa la propria “verità” (assurta storicamente a “dogma” intollerante), una volta che molti popoli dell’Europa dell’Est si sono ribellati al totalitarismo comunista sovietico. Essi si sono ribellati, perchè il comunismo, reprimento le libertà politiche e religiose e sottraendo la proprietà privata, ha impoverito l’esistenza e la vita materiale, per cui questo aspetto “inumano” del comunismo è stato storicamente “smascherato” e rifiutato. Ciò non toglie che il comunismo, anche col suo rifiuto della religione (cui dà una giustificazione in termini di potere politico e di classe), sia ancora proposta filosofica valida, come del resto il capitalismo. E’ l’uomo che sceglie i valori in cui credere. La filosofia deve offrire tutte le possibilità del pensiero (dalla fede all’ateismo). Ciò non toglie che una dottrina non possa essere più ragionevole di un’altra (magari anche “oggettivamente”). L’importante è non nascondere all’uomo le diverse possibilità, e in tale volontà di nascondimento sta forse la condanna storica e morale di tutti i totalitarismi storici. 
“Crollo delle ideologie” significa difesa dei popoli non dalla pretesa di verità della filosofia, ma dall’intolleranza che tale pretesa può suscitare nel potere, che può servirsi della filosofia per scopi non sempre finalizzati a realizzare il bene comune.
Perché l’espressione è usata al plurale ? Perché alcuni studiosi e filosofi (come Severino) includono nelle ideologie che “crollano” anche il cristianesimo e il capitalismo: essi crollerebbero sotto il potere della Tecnica, che si sostituisce a Dio, e guida ormai sempre più il potere economico, per cui il fine del capitalismo non sarebbe più il profitto, ma il potere fine a sé stesso, garantito dalla tecnologia.
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