studio sulla psicopatologia del dominio e della sottomissione
 
La psicopatologia del potere è la branca della psicoanalisi che studia i disturbi e le distorsioni della personalità e del pensiero dei ceti dirigenti. Ad essa risale anche una specifica “psicopatologia delle classi sociali dominanti”. Questi studi possono essere fatti risalire a Freud, di cui fa cenno nel suo dialogo con Einstein sulla guerra (1932), alla Scuola di Francoforte, alla sociologia di Marcuse e alla filosofia di Reich.
 
La religione come forma di sottomissione
 
La religione può essere interpretata come forma di sottomissione dell’uomo a Dio, e quindi dipendenza dal sacro (con le problematiche annesse delle diverse patologie della fede; si pensi alle fenomenologie delle apparizioni mariane, interpretabili come processi di suggestione mentale delle masse), di dominio dei superiori sui sottoposti nelle gerarchie sacerdotali (con gli annessi processi di molestie), e di sottomissione delle masse ai ceti sacerdotali nelle storia delle religioni. La religione è anche una forma di potere ("potere del sacro"), che può usare il divino per manipolare i popoli e i singoli. Da questo punto di vista, può risaltare la differenza tra le religioni tradizionali (cristianesimo, buddismo, ...), che lasciano sostanzialmente liberi i fedeli, e le sette, che invece plagiano gli adepti, non solo per motivi religiosi, ma anche per scopi venali.
 
Dominio e gerarchia miliare
 
Una particolare predisposizione alla sottomissione si verifica in chi sceglie la vita militare, in cui il soldato può obbedire acriticamente agli ordini, per cui i ceti dirigenti (politici o industriali), che controllano gli eserciti, mandano a morte i giovani soldati per i propri scopi, e questi uccidono civili e popolazioni inermi, sganciando bombe sui villaggi e sulle città, solo semplicemente “obbedendo agli ordini”. Spesso i destini delle nazioni sono stati decisi dall'azione degli eserciti. I totalitarismi e le dittature, oltre che i regimi fantoccio, così numerosi nella società contemporanea, fanno un uso esplicito del potere militare per i propri scopi. Ma anche le demcrazie sono fragili e vulnerabili: in essa, gruppi di interesse, elite e ceti dirigenti riescono per i propri scopi a guidare l'esercito in una democrazia, anche sotto la copertura di una azione di pace nel mondo, in realtà finalizzata all'incremento della spesa bellica e all'allargamento dell'area di influenza nel mondo.
 
Definizione del “sistema” come forma di sottomissione delle masse
 
Tutto il “sistema” (l’Occidente industriale, capitalistico e tecnicizzato) può essere interpretato nelle categorie del dominio e della sottomissione, intesa come assuefazione delle masse all’opinione pubblica creata dai mass media (a loro volta controllati dai ceti dirigenti), e a un diritto che protegge il sistema di produzione capitalistico, con le sue numerose distorsioni (disoccupazione, precarietà, sfruttamento dei lavoratori). Come messo in luce dagli studi di Emanuele Severino e di Umberto Galimberti sulla tecnica (e, ancor prima, di Martin Heidegger), l'uomo davanti al potere delle istituzioni, si trova impotente, spesso incapace di far sentire la propria voce, e le proprie esigenze e proteste. Le strutture della società (papa Giovanni Paolo II parla a questo riguardo di "strutture di peccato") sono colossali, e sembrano poter schiacciare i popoli e i singoli, con il loro potere tecnico e economico.

Burocrazia e potere

Come messo in luce dagli studi di organizzazione del lavoro (si veda ad esempio "Storia del pensiero organizzativo" di Giuseppe Bonazzi), ogni organizzazione, creata per uno scopo, perde di vista lo scopo per cui è stata creata, e persegue come fine il proprio esistere. Max Weber ha elencato i difetti (definiti "conseguenze inattese") delle buorcrazie degli stati moderni, che usano il proprio potere per perpetuare se sesse, e anche per questo vessano i cittadini di procedure legisltative che hanno come uno scopo quello di giustificare il proprio ruolo come detentrici del sapere amministrativo. La burocrazia, da organismo creato per assecondare il potere esecutivo, diviene la causa del suo arresto, negando autonomia decisionale (detta "sussidiarietà") alle periferie del sistema.

Il dominio nelle relazioni di coppia

 
Come messo in luce dalla psicologia transazionale del copione, che analizza i rapporti ambivalenti tra vittima (quasi sempre, la donna) e carnefice (il partner maschile, o il marito), nella relazione di coppia si possono generare relazioni di dipendenza psicologica, anche connotate da elementi sessuali. All’interno della famiglia, la relazione di potere si instaura anche sull’infanzia (con fenomeni di violenza psicologica e di sfruttamento sessuale). Il partner femminile viene maltrattato e sfruttato sessualmente, e ciò può giungere fino all’omicidio (causato da gelosia, e da immaturità psicologica del partner, che teme l'abbandono). La violenza contro donne e bambini, specialmemte domestica, è frutto non solo di fattori sociali e psicologici, ma anche economici. L'economia sostiene il livello di acculturammento dei soggetti, e spesso la violenza è la conseguenza di condizioni sociali degradate sotto il profilo culturale, tenuto conto anche di una sostanziale incapacità della donna a riconoscere stati di depressione o psicosi, disturbi comportamentali e (potenziale) predisposizione alla violenza nel partner maschile.
 
Dominio e criminalità organizzata
 
Secondo questo paradigma di ricerca, intere regioni geografiche possono essere considerate “sottomesse” alla criminalità (come il Sud Italia).
 
Dominio e politica internazionale
 
Sono sottoposti a processo di dominio, il Sud povero del mondo (Quarto Mondo, l’Africa), i profughi e gli immigrati, le prostitute, l’infanzia sfruttata e violentata. I governi del mondo interpretano la democrazia (secondo quello che fu il giudizio di Luigi Einaudi) come un sistema di gestione della masse e del loro consenso. "L'uomo - dice Freud - non è un soggetto mansueto, il cui comportamento è reso cattivo dalle istituzioni - come intendeva Rousseau -, ma è un individuo dotato di una grande dose di aggressività". Per questo, nel villaggio globale, in cui le istituzioni, tramite gli apparati di sicurezza, tengono tutto sotto controllo, i governi guidano le masse e l'opinione pubblica in modo da dare direzione e sfogo all'aggressività delle masse. In questo senso vanno interpretati fenomeni contemporanei come le migrazioni dei popoli, il terrorismo, la povertà (tollerata a livello globale di "sistema"), la disoccupazione, la criminalità (anch'essa tollerata, quando non direttamente protetta dalle istituzioni), e i fenomeni ad essa collegati come la diffuzione della droga, della pornografia e della prostituzione.

Severino e la tecnica

Tema centrale della filosofia della storia di Emanuele Severino è il potere della Tecnica, che egli dichiara invincibile, nella sua forma di violenza e dominio. Già Heidegger aveva previsto che la metafisica ha una natura tecnica, di dominio dell'ente. La tecnica realizza il progetto metafisico del pensiero occidentale (Umberto Galimberti).

Il caso Venezuela

Si tratta della nazione con i più grandi giacimenti petroliferi del mondo, ma con una popolazione prevalentemente povera, e un ceto politico corrotto. E' l'emblema di che cosa è il potere. Non uno strumento al servizio delle masse, ma un'azione che, se da un lato è espressione di sadismo dei ceti dirigenti, dall'altro esso trova giustificazione nell'incapacità della popolazione di gestire se stessa e il proprio benessere. Ciò anche tenuto conto di nazioni, numerose nel mondo, dotate di immense risorse naturali, che vengono depredate da potere forti prevalentemente esteri, che, come per l'Africa, costruiscono regimi-fantoccio che fingono conflitti armati allo scopo di distrarre le masse, e così anche le loro ricchezze in acquisto di armi, che alimenta i conflitti stessi (in un circolo vizioso) e il terrorismo.