Il principio di corrispondenza logica-etica (p16)

Fondato sul precedente principio e, quindi, sulla confutazione della legge di Hume (per l'episteme essa non vale, e solo per esso non vale, cioè: per un sistema non incontrovertibile, essa vale), tale principio si enuncia così:

- ogni sistema logico (cioè ogni sistema che enuncia uno stato fattuale del mondo) ha un'implicazione etica;
- se il sistema logico è epistemico (logica-perfetta), l'etica che ne deriva è epistemica (etica-perfetta), se il sistema si discosta (condizione di scostamento) dalla logica-perfetta, anche la sua etica si discosta dall'etica-perfetta;
- esiste dunque una precisa corrispondenza tra logica ed etica, ed esiste una corrispondenza biunivoca tra logica ed etica tale, per cui allo scostamento logico corrisponde lo scostamento etico, e viceversa.

Conseguenze

- chi non ha la fede (contenuto logico), può non averla per le implicazioni etiche: la variazione etica produce una variazione logica;
- chi non si accosta alla verità, non lo fa per la stessa ragione;
- la mancata convergenza dell'etica verso la logica epistemica (che è la più desiderabile ed è fonte di promessa di vera felicità) può essere dovuta a un blocco inconscio, dovuto a condizionamenti educativi, pulsione e possessione;
- implicazioni di ordine ideologico e politico: tutti i sistemi partitici traggono valori (etica) da sistemi ideologici (rappresentazioni della logica) (matrice dei posizionamenti politici);
- chi non agisce in modo morale, non lo fa perchè vive nel pre-giudizio (dalla logica all' etica). Quest'ultima considerazione è corretta, ma poco probabile. Da qui deriva l'inefficacia della pastolare cristiana e della cultura (laica, anche atea), che ad esempio crede che il razzismo (l'aggressività) derivi da un pre-giudizio (la credenza, definita pseudo- scientifica, nelle razze), quando invece la violenza nasce dall'aggressività, che soltanto si giustifica col pre-giudizio, e non già vi deriva (nè è efficace combattere tale auto-giustificazione, perchè questa crea sempre diversi pre-giudizi).

Ma la conseguenza più importante riguarda l'epistematica. Nello studio di un sistema di pensiero storico, lo studio della sua componente logica e del suo scostamento rispetto all'episteme consente di comprenderne l'etica. Ora, ciò va oltre un puro interesse conoscitivo. Se manca l'episteme, è proprio attraverso il reciproco rappporto tra logica ed etica, confrontato con la fede e con la parte di episteme conosciuta, che è possibile contribuire a costruire l'episteme, attraverso la determinazione di convergenze verso la logica e l'etica perfette.  

Nota
Attraverso un opportuno condizionamento logico ed etico, è possibile produrre convergenze delle logiche (ideologie personali) e delle etiche personali (sistemi di valori) verso l'episteme. Questo condizionamento può ad esempio consistere nell' esposizione dell'episteme o nella carità:

- ci sono persone che sulla base di una parola (detta in un convegno o in un'omelia) cambiano comportamento (effetto della logica sull'etica);
- ci sono persone che, se ascoltano una parola di verità, agiscono seguendo il bene da essa suggerito (dalla logica all'etica);
- ci sono persone che, sulla base di un atto di carità, subito o percepito, cambiano comportamento (dall'etica all'etica) e anche sistema di credenza (dall'etica alla logica), anche accostandosi alla fede.

Sono queste le persone di "buona volontà" (concetto epistemico centrale nell'ambito dell'etica epistemica).