Il principio logico-etico (p15)

Nell'episteme la logica è sia la logica intesa come disciplina matematica, sia il sistema della realtà e i suoi principii (concetto hegeliano di logica). Qui (e nell'esposizione dell'episteme) si accoglie il secondo significato.
E' questo un principio ancora in fase di definizione. Su di esso si basano:

- la distinzione tra i tre sistemi dell'episteme;
- il seguente principio (p16);
- la teoria del Bene;
- la teoria del Male;
- la teoria della salvezza;
- il fondamento dell'etica epistemica (in parte).

Si tratta quindi di un concetto difficile, perchè semplice, e dalla sua semplicità devono derivare le suddette dottrine.
Esso dice che l'etica è il prodotto della variazione della logica (cioè dello stato del mondo coinvolgente Dio divenuto Creatore). Su tale principio si basa la confutazione della legge di Hume, che senz'altro non vale per la fede cattolica, secondo cui chi fa il bene o il male (valore: etica) ha un vantaggio o un castigo (dato di fatto: logica). La variazione della logica è lo sforzo con cui Dio agisce sulle struttura della necessità (fonte e realtà virtuale), allo scopo di creare dal nulla il Creato: sforzo come studio e lavoro; questo sforzo è l'etica di Dio, che l'uomo deve imitare (panteizzazione come condizione di identità) per avere la salvezza.
In base a questo principio, l'uomo deve fare il bene per avere la salvezza, allo scopo di "necessitarsi" e così di consentire a Dio la condizione (epistemicamente basilare) di invarianza della logica rispetto all'etica. Il concetto di invarianza sta alla base dei vincoli posti dai sistemi uno e tre sul secondo sistema, ed è fondamentale: in base ad esso, Dio è sia soggetto etico, sottoposto come l'uomo al bene e al male, sia soggetto ancora e sempre a-etico (e infatti può chiedere ad Abramo di sacrificare/uccidere Isacco). Il Magistero dice che Dio non provoca il male, ma lo consente. Ora, il diritto e l'etica dicono che l'uomo che, pur sapendo di un omicidio, non tenta di fermarlo, compie il male. Quindi, un Dio come sa del male ma lo consente è un Dio che fa il male, e Dio può farlo, perchè sta al di là del bene e del male (ma, divenuto Creatore, persegue il Bene: differenza tra Bene e bene: in fase di definizione ...; una definizione importante, dato ciò che segue ...). Ma anche l'uomo, che deve essere come Dio, sta al di là del bene e del male (e infatti consente l'aborto e modifica le leggi: caso storicamente attuale - data 4/8/2006 -: cosidetto "indulto"). Ciò pone numerosi problemi, tutti in fase di definizione.
Come il principio di invarianza si leghi alle suddette dottrine è in fase di definizione.  Per logica (riguardando l'etica) si intende la volontà di Dio (dato di fatto), e la sua variazione (fatto), che determina uno sforzo (fatto) e quindi un dolore (fatto). Occorre giustificare il fatto che l'uomo, per avere la salvezza, debba per forza partecipare a tale dolore: ciò non consiste in un "aiutare di Dio a sostenere il peso del Creato" (il Creato è infinitesimale per Dio e non "pesa", sono le strutture della necessità che sono per Dio "schiaccinati": principio del Cristo-Atlante), ma nel non incorrere in quel peccato (soprattutto di inerzia: assenza di opere) che, in quanto peccato, cioè disobbedienza a Dio (definire la volontà di Dio e la sua giustificazione: in fase di definizione ...; problema essenziale), spezza la continuità dell'anima umana già presente in Dio (qui sta il problema dell'invarianza, divina e umana: problema della continuità dell'anima, che nei dannati si spezza), e Dio, per ricongiungerla (dice il soggetto storico Gesù nel Vangelo: "Dio pota"), ovvero rinsaldare la continuità, deve appunto sopportare un peso aggiuntivo (perchè la continuità riguarda non il Creato, ma l'in-creato schiacciante). Ma Dio, essendo Dio (per il principio di invarianza), pur essendo il più virtuoso dei "docenti universitari" (avendo creato con lo studio mnemonico), tende a rifiutare lo sforzo (come uno studente "pigro"), e ciò lo porta tendenzialmente a rifiutare coloro che spezzano la continuità dell'anima (peccatori).
La dottrina è in fase di definizione.
E' amore per il sapere (= Logos) qualunque forma di adempimento del dovere- morale, in base alla seguente sequenza di ragionamenti (fondazione-epistemica della norma-morale/senza teodicea):

- il sapere è il Logos (= Episteme = d-F/Figlio/seconda-Persona-trintaria);
- il Logos è attualmente soggetto a variazione-sacrificale (delta-Logos/"delta" significa "variazione");
- il Logos è panteisticamente in fase di auto-identificazione al delta-Logos;
- il soggetto deve identificarsi all'Episteme per avere la salvezza ( = identific-azione: opere di salvezza);
- il soggetto che adempie al dovere (delta-sacrificale) si identifica al Logos.