nota sul criticismo_kantiano con implicazione del creazionismo_epistemico posto l'evoluzionismo_epistemico
 
come rilevato da Melchiorre, Kant separa il pensiero dalla realtà: per lui le forme a priori sono la struttura/presupposto di una soggettivizzazione del reale e della sua conoscenza, introdotto il reale nell’uomo come dato, caotico [ma ciò è impossibile, perché se l’universo fosse il caos, entrando nell’uomo come dato, ancor prima di essere plasmato dall’uomo lo annienterebbe], a cui l’uomo attribuirebbe la sua forma mentale. l’episteme dice invece che, studiando dio secondo kant in base all’imago dei, il pensiero di dio e che è dio, e le sue forme sono riproduzione della realtà esterna a dio in dio, e che è in dio [riproduzione della realtà e di se stesso, essendo parte dio stesso della realtà], per cui le forme del pensiero sono la riproduzione della struttura [ipostatica] della realtà, la quale è noumenica, ed è fatta per essere conosciuta [principio antropico applicato a dio in rapporto all’esistenza] nel fenomeno, riproduzione soggettivizzata del reale [il verbo come rappresentazione vitale e pensante]. Quindi nelle forme fenomeniche il soggetto conosce oggettivamente la struttura della realtà, e l’esistenza del noumeno è conosciuta nell’auto_pensiero intuitivo del pensiero e nell’apparire del linguaggio, sia come parola, sia come doppio reale riprodotto nel verbo. per cui non c’è più scissione tra reale e pensiero, e le forme sono spiegate: essere sono la struttura del reale, riprodotta nel pensiero: lo spazio_tempo fenomenici sono anche, pur non fenomenici, strutture del noumeno. Ma la scissione kantiana trova anche una sua giustificazione. Il verbo è reale microcosmo, rispetto a un cosmo che esso riproduce e sintetizza: come nel cosmo ci sono le galassie, così nel verbo ci sono sia i neuroni e le sinapsi, sia le galassie. Invece nel cervello dell’uomo non si trovano le galassie in miniatura: l’uomo è microcosmo solo metaforicamente. Questo perché la riproduzione del reale nel creato vi riproduce l’anti_dio, essere gigantesco, e non l’uomo, essere non_normale, cioè non creato direttamente per clonazione ex_nihilo del reale necessario. quella scissione kantiana è giustificata, non in rapporto ai limiti conoscitivi [nella mente dell’uomo ci sono pure le galassie, come idee, e così l’idea di dio], ma in rapporto all’esperienza conoscitiva, i cui limiti kant li identifica con i limiti della conoscenza, quando invece per l’episteme conoscere è non solo vedere/percepire, ma anche e soprattutto pensare e parlare. Ecco allora che il creazionismo appare giustificato: quella scissione conoscitiva è anche scissione nell’evoluzione, che normalmente dovrebbe portare tanto al cosmo quanto alla vita in un unico processo, non nel senso che la vita [che è spirito] viene dalla materia, ma nel senso di un parallelismo, convergente nell’incarnazione, tra materia e spirito: per la scienza, invece, l’evoluzione del cosmo e delle galassie è separate dall’evoluzione della vita, per cui la scienza non potrà mai darsi in una spiegazione unitaria [come invece nella vera evoluzione in dio e nell’anti_dio, sua riproduzione nel creato], e per questo scienziati come Hack dicono che tutto viene dal caso. Il creazionismo epistemico non nega l’autonomia dell’evoluzione, dice che questa conduce autonomamente all’anti_dio e forse a cosmo_adamo, ma non all’uomo, che è micro_organico, e che non è a immagine diretta di cristo, perché cristo è immenso, e l’evoluzione normale diretta conduce a un essere immenso. Per cui l’evoluzione umana è “costruita”, e dio l’ha progettata [creazionismo]. così anche per la costruzione del sistema solare: è stata totalmente manipolata da dio, ma non da “un” ‘intelligenza oscura e misteriosa, ma dal dio_padre che l’uomo conosce come “papà e mamma”, essendo stato rivelato da cristo: un disegno intelligente del creatore, un creatore sostanzialmente prevedibile, la cui azione la scienza può spiegare, perché [per l’uomo] progettazione significa tecnologia, ovvero scienza della tecnica: il creazionismo non nega la scienza, solo che la scienza non è l’unica forma di conoscenza: prime per importanza e forse anche per rigore sono la filosofia come metafisica e la teologia. anche nel creazionsimo la scienza ha un ruolo: capire come il disegno intelligente è stato progettato, e capirlo perché la mente dell’uomo si assimili per contemplazione alla mente del creatore [una forma di adorazione, e di assimilazione].