ipotesi di definizione essenzialistica del carattere penitenziale della religione cristiana
 
ci si è chiesti perché, se dio ha creato per un fine, la salvezza è posta sotto alcune condizioni:
 
1.] etiche [dalle opere al dovere di attingere ai sacramenti];
2.] penitenziali.
 
si trascura qui il ruolo della tecnica nella salvezza.
si dice brevemente:
 
1.] l’etica come sufficienza [il “minimo_etico”] è ovviamente necessaria, perché altrimenti la civiltà crolla/collassa su se stessa [etica come sopravvivenza];
2.] l’etica come perfezione è dovuta come imitazione di dio_sacrificale, che solleva il peso di dio, che tende all’inerzia [o a evitare sforzi aggiuntivi a fronte di anime che, non agendo, manifestano anche una contraddizione: dio dovrebbe salvare chi non è interessato, se conosce dio, ad essere salvato/”se conosce”: quindi anche la cultura rientra nell’etica];
3.] la penitenza, senza approfondire, viene spiegata semplicemente [ma questo è il punto decisivo, che sta all’origine del presente paragrafo] dal fatto che l’uomo è impuro, è inconscio annientamento edipico di dio [emergente al conscio nella violenza contro l’uomo e se stessi], dio è puro, e quindi l’etica assume questi aspetti:
 
a.] inginocchiarsi davanti a dio [e a se stessi in dio, ora e futuri];
b.] umiliarsi davanti a dio [e a se stessi in dio];
c.] auto_annientarsi [nell’umiliazione], come si è annientamento di dio, inconscio, mentre l’atto penitenziale porta alla luce del conscio la struttura edipica dell’annientamento [che è anche appropriazione di dio, di qui l’aspetto spesso “violento” della conoscenza].
 
il punto decisivo è questo:
 
1.] è evidente che la salvezza è anche solo simbolica, perché inginocchiarsi non costa alcuna fatica [mentre invece studiare efficacemente costa, come l’essere casti];
2.] perché dio, se ha creato per un fine, richiede il simbolo ? [l’umiliazione dell’inginocchiarsi, o segno penitenziale];
3.] si può rispondere così: quell’annientamento inconscio richiede di essere scisso, spezzato [l’uomo perde se stesso (Mt 16, 25), conservando se stesso, se si scinde dalla propria origine: il nulla, il caso, il caos e quel dio che, senza l’uomo, è dannazione dell’uomo: il proprio genitore originario, e si sa che ci si deve separare (solo fisicamente) dai propri genitori, per crescere], e lo si spezza con l’auto_annientamento simbolico dell’umiliazione penitenziale: si combatte così l’edipo interiore e il prometeo interiore. ma prometeo è anche positivo, come si dice ai punti 4.] e 7.];
4.] l’uomo, che si inginocchia [uomo_penitenziale] è, per questo, il super_uomo;
5.] nell’inginocchiarsi, l’uomo, impuro, comunica a dio, puro, l’assenso alla propria salvezza: salvarsi è anche facile, ma ci si deve umiliare [e anche l’ateo viene umiliato, da dio, nella vita concreta];
6.] va ribadito che il pentirsi è fatto davanti a dio e a se stessi, una cui parte [l’anima] è già pura, e quindi l’uomo prega dio e se stesso, come se si fosse già santi [e senz’altro già lo si è, per il solo fatto di essere a immagine di dio];
7.] l’azione dell’uomo, che si inginocchia a messa, è atto di volontà di potenza, perché questa umiltà e umiliazione determinano la salvezza.