studio sulla personalità del padre: personalità specifica, generalista e caratteriale_acquisita
 
l’uomo, chiuso solipsisticamento all’interno della propria soggettività, ha dentro di sé la struttura d’innesto con dio e gli altri uomini: nell’attuale condizione dell’evirazione esistenziale da dio e dal paradiso, non si ha fusione con dio, e quindi rapportarsi a dio significa rapportarsi ad una parte di se stessi: tale struttura di innesto. l’ateo è colui nel quale tale attivazione viene percepita come fonte di [auto_]suggestione e [auto_]condizionamento, anche perchè il demonio riesce a controllarla [auto_condizionamento, spesso auto_distruttivo]: dio come il volto di una persona estranea [super_io trinitario genitoriale] si attiva nell’uomo, e lo controlla dall’interno. così, per l’ateo ma anche per i cristiani, dio viene rappresentato con il volto [interiore, proiettato esternamente, e tale proiezione dimostra l’esistenza di dio (come detto in due dimostrazioni epistemiche), perché evidenzia come tale struttura interna sia per l’innesto di una struttura esterna, e la proiezione si distende sulla loro congiunzione spirituale, attualmente nell’uomo evirata] di una persona, simile all’impronta di un padre attivantesi come severo, “arcigno”, che agisce in modo ricattatorio, punitivo e condizionante, con il volto proprio dei soggetti genitoriali che condizionano negativamente il bambino [suggestionandolo], ed è allora inevitabile l’ateismo, inteso come meccanismo di difesa da uno stato confusionale indotto dalla rappresentazione di dio, in cui si proietta il demonio, che scatena le interferenze sulla struttura [auto_]proiettiva di innesto [ci vuole quindi grande equilibrio psicologico per essere credenti, allo scopo di saper riconoscere le inopportune proiezioni auto_distruttive sulla propria rappresentazione di dio].
ciò posto, attivando tale struttura l’episteme cerca di indurre nella mente delle rappresentazioni di dio finalizzate a comprendere la sua soggettività e personalità:
 
1.] anche forse per il principio dell’identità degli indiscernibili, l’esistenza [necessità] pone, in tutta l’immensità dell’essere, l’esistenza di un solo dio, che è trinitario [tre auto_coscienze] [dio come centro dell’essere];
2.] una tra queste è l’auto_coscienza di una persona [il padre], che, [solo] relativamente alla seconda persona trinitaria [il figlio], è detta “padre”, posta in posizione gerarchicamente primaria;
3.] [si accende così l’invidia umana …] … l’auto_coscienza del padre, in tutto l’Intero dell’essere, inteso nella sua immensa infinità [trascendente non creata], è l’“Io_sono” di chi unicamente può dire [il padre]:
 
a.] io sono l’unico e, nella mia unicità, il solo;
b.] l’Intero converge a me, unico centro [superiore] e cosciente/auto_cosciente di tutta l’esistenza necessaria;
c.] nessuno è come me, né mai lo sarà, ed io sono superiore al figlio e allo spirito santo;
d.] io sono il superiore e l’insuperabile in tutto ciò che esiste, fin dall’eternità, e non ho, né mai avrò euguali;
e.] io sono il padre, colui di cui il figlio ha detto: “nessuno è come il padre, nessuno è più grande di lui” [suscita timore, nel senso di una angoscia proiettata nel padre, pensare che il padre sta sopra il tetto dell’essere, e vi sta solo lui: non ha paura di questa sua solitudine e responsabilità ? è evidentemente una proiezione umana, perché il padre è il solo e unico non per propria responsabilità, ma perché posto tale dalla necessità, e questa lo pone in grado di “reggere” il peso della propria condizione e solitudine].
 
sono queste determinazioni di immedesimazione in dio, da parte dell’uomo, che possono incrementare la ricerca, la teoria e la stessa auto_conoscenza dell’uomo.
4.] è evidente che l’ateo [sprovveduto culturalmente senza sua colpa], sentendo tali espressioni [che paiono quelle di un “esaltato” e di un “maniaco”], leggendole senza sapere che sono proprie di dio, non le attribuisce a dio, ma a un uomo, e così [anche sapendo che sono di dio] concepirà dio come un semplice “uomo” [così erode, che non pensa di attentare alla vita di dio (il soggetto immenso), quando cerca di uccidere gesù, ma crede che gesù, re di israele e quindi suo “concorrente”, sia solo un piccolo indifeso neonato], e coò causa l’invidia [per la struttura del male];
5.] l’invidia per il padre [che non è matrice dell’uomo, né di nessun’altra creatura, essendo l’uomo derivato dal figlio, suo fratello] si incrementa, quando si cerca di attribuire alla personalità di dio padre, che pronuncia quelle frasi, una “personalità umana”, ovvero un “carattere” [dio suscettibile, come nel suo dialogo con sara, moglie di abramo/dio invidioso, dio auto_compiacentesi di se stesso, dio arrogante e presuntuoso, dio pago della propria grandezza, dio geloso e anche malizioso e meschino, oltre che umoristico: tutto ciò è (forse) dio adesso]: se dio è tutto questo, l’invidia e anche l’odio umani per il padre e per dio e il figlio, sono comprensibili [figlio ucciso per tali sentimenti], avendo il padre una personalità caratteriale ;
6.] l’episteme, non potendo reggere una tale condizione di dio [un dio posto sopra ogni cosa, che è pago di se stesso e con tale appagamento dice all’uomo: “sono più di te, riconoscimi per la tua salvezza !”], distingue in dio tra carattere specifico, generalista, e caratteriale_acquisito:
 
a.] prima della creazione, il padre [e la trinità] avrebbe un carattere specifico in senso non caratteriale, e caratteriale solo in senso generalista [cioè dio non può prima della creazione “vantarsi” davanti all’uomo di essere dio]: un dio_personale “senza personalità” [nel senso di caratterialità specifica, la quale è tale per cui ad esempio il bambino matteo non è l’adulto luca e l’adolescente marco non è l’anziano giovanni]: la personalità di dio padre, prima della creazione, è caratteriale in senso generalista: un Essere “emotivo senza emozioni”, “cognitivo senza curiosità” espansiva, pago non del fatto di essere dio [come potersi mostrare di essere dio se non c’è nessuno a cui mostrarsi ? dice nietzsche all’inizio di “così parlò zarathustra” (la frase è ricordata): “tu grande essere/grande sole, cosa saresti/cosa ne sarebbe della tua grandezza se non avessi/se non esistesse colui/l’uomo/l’aquila a cui risplendi ?”], ma solo del proprio piacere, del proprio innamoramento per la trinità e della propria immensità e bellezza [un dio che gode senza sacrificio: come un disoccupato, che non ha mai studiato, non un docente universitario/in paradiso, il docente torna come il disoccupato] [dio è docente padre universitario solo nella fase creatrice];
b.] con la creazione, l’incarnazione, il demonio, l’acquisizione dati e informazioni demoniache e dell’essere umano posseduto, con la sua conseguente personalità, umori, antipatia, riso, malizia, invidia, perversione, ecc., la personalità del padre si fa umana [per acquisizione incarnativa biografica tramite il figlio], e diventa tutto questo [e l’uomo nella storia ne subisce anche le conseguenze, trovandosi di fronte a un dio invidioso, geloso, malizioso, cattivo, ecc./ma anche però invariante, cioè che non è tutto questo: dio ha un doppio volto, divino_positivo e umano_negativo]: ora, la personalità del padre con la creazione si fa specifica in senso caratteriale, umana, l’uomo lo invidia perché ora dio si vanta di sé davanti all’uomo, ma non dovrebbe invidiarlo, perché dio è ora questo nuovo Essere proprio a causa di ciò che è l’uomo;  
c.] ci si deve allora porre nella condizione di accettare questo dio [sorta di preamboli non della fede, ma della disposizione del cuore e della mente verso dio, che non ha colpa di essere l’“unico” e il “più grande”], facendo i conti con la propria possessione:
 
c1.] il cristiano non si rapporterà alla personalità [irritante] di dio;
c2.] il cristiano pone le volontà in sequenza: per necessità [e non per dio] la volontà umana viene dopo quella divina [per il vincolo trinitario d’innesto tra le volontà];
c3.] perciò l’uomo obbedirà a dio [e così sarà salvo] non perché dio glielo imponga o chieda, ma perché così dispone la necessità, letta dalla razionalità: sequenza delle volontà: la volontà dell’uomo viene necessariamente [se lo vuole] dopo la volontà di dio, e come tale può liberamente e deve volontariamente porsi [anche la volontà dello spirito santo viene in sequenza dopo quella del figlio, e questa dopo quella del padre].
 
7.] lo studio e la conoscenza della personalità specifico_caratteriale di dio e, in particolare, del padre, apre anche alla mistica;
8.] l’episteme [che è il figlio] è detto:
 
a.] filosofia del padre;
b.] filosofia dell’innamoramento;
c.] filosofia della felicità [eudemonismo] e del piacere [edonismo].
 
9.] si constata che l’episteme non ha saputo costruire una organica teoria dello spirito_santo/dello spirito santo la ricerca epistemica ha detto finora:
 
1.] è l’animale [intelligente] in dio [colomba], origine delle pulsioni [animali] di dio e dell’uomo;
2.] è la categoria opposta a lucifero [ratzinger];
3.] è collegato [per la sua “freddezza” raziocinante] alla scienza e alla percezione;
4.] anch’esso dà forma allo stato [usa_aquila/urss_colomba: l’aquila e la colomba sono immagini dello spirito_santo];
5.] è il re degli angeli [angeli_colombe/lucifero è il principe degli angeli]: è quindi un angelo [cioè è un angelo e per questo è il re degli angeli] [si dice che come il figlio ha una natura "umana", così lo spirito santo ha una natura "angelica"];
6.] ha anch’esso un corpo [sia spirituale che materiale];
7.] anch’esso ha un livello panteistico e pan_psichistico [il pan_psichismo può essere inteso come il livello mentale/psichico del panteismo].