determinazioni sul concetto di standard_normalità [ad integrazione del paragrafo m250.html]
si è fatto uso del concetto di standard_normalità, senza spiegarlo. esso è
 
1.] quanto pronunciato dall’aforisma di hegel,
2.] nella sua interpretazione_epistemica,
3.] applicato alla realtà_necessaria,
4.] con eslcusione delle determinazioni interne al caos, alla libertà divina e umana, su di esse anche fondate, e al creato, tratto dal caos.
in particolare:
 
1.] per normalità dell’essere si intende la sua razionalità, dove razionalità si intende la stretta corrispondenza/giusitifazione esistenziale [il perché esiste l’essente determina il che cos’è l’essente] dell’esistenza dell’ente: l’essenza dell’ipostasi/ente [rispetto all’essenza precedente e a quella epi_stemica sovrastante l’intero processo ipostatizzante] giustifica l’esistenza dell’ipostasi/stadio/ente. rispetto a cosa la giustifica ? rispetto al fatto di esistere come parte [stadio] dell’esplicazione razionale del principio [quindi dio è definibile come costanza esistenziale, e come funzione esistenziale del principio];
2.] standardicità dell’essere significa [oltre al fatto che, se l’ente è molteplice, ogni sua parte clonata deriva da un'unica matrice, da questa clonata/questa matrice è il suo standard] che un essere, posto in un dato luogo naturale dell’essere_necessario [cioè posizionato in una precisa parte della mappa dell’essere], è fatto in un modo e non può essere fatto che in quel modo.
 
quello che si sta facendo qui è porre, una volta distinto il dio_cattolico dalla sua realtà_necessaria, precisi principii e rigorose condizioni del rapporto tra questo dio e la sua realtà_necessaria, nel senso, ad esempio, che l’esistenza co_eterna di dio e della tecnica è tale, per cui la tecnica esiste per dio [convergenza della tecnica a dio e in dio].
alcune implicazioni:
 
1.] anche il creato è fatto nell’unico modo in cui poteva essere creato;
2.] anche la storia, luogo del condizionamento e della libertà, viene controllata e condotta da dio in un unico modo [quello degli scenari razionali, compatibili con il condizionamento storico dell’uomo, finalizzati al suo bene], per cui [posti tutti gli errori e gli orrori della vita e della storia], effettivamente la storia, pur non essendo il migliore dei mondi, in quanto è l’unico mondo esistente per l’uomo ed è ben condotto a dio essa è certamente il migliore dei mondi possibili, e l’uomo deve sempre più renderlo migliore [non necessariamente riuscirci, anche solo tentare].
 
si intende quindi dire che la storia, perfettibile,
 
1.] può essere il luogo della mancanza dell’uomo [peccato];
2.] ma è certamente il luogo della massima attenzione e azione di dio
3.] entro i limiti dei suoi scopi, che coincidono con la libertà umana: [un principio etico_storico_divino …]
 
a.] … se un uomo può fare il bene e non lo fa,
b.] poiché lo scopo primario di dio non è aiutare l’uomo, ma è giudicare l’uomo, per adattarsi a lui in paradiso,
c.] dio non può/non vuole operare al posto di ques’uomo.