fondazione epistemica della religione/commento ad alcuni brani tratti dal libro “totem e tabù" di freud
premessa

il soggetto_espositore ha letto a 18 anni [durante le vacanze di natale, frequentante il liceo scientifico] un brano tratto dal libro “totem e tabù” di freud, precisamente  il brano "dalla uccisione del padre alla nascita di dio" tratto dall'antologia "i filosofi e le opere" del prof. carlo sini. la lettura ha indotto in lui una piccola e breve, ma significativa crisi di fede. la lettura è stata in un certo senso traumatizzante: [secondo freud] dio non esiste, perché è solo la proiezione del proprio padre terreno, vissuta come fantasia del padre ucciso all’inizio della storia dell’umanità, e “risorto” come senso di colpa per l’uccisione medesima. dopo molti anni, in biblioteca si è sfogliato il libro “totem e tabù” di freud, e si è così letta la parte in cui freud tratta del cristianesimo [non inclusa nel brano dell’antologia di sini], e anche questa lettura ha inciso sulla fede del soggetto espositore, che si è ricordato di quel brano, in cui freud tratta del cristianesimo, come di una lettura capace di oscurare la fede. ora si sono recuperati entrambi i testi [quello di sini e il libro di freud]. il brano di sini era già stato neutralizzato nella sua provocatorietà dall’episteme [dio non è la proiezione del padre, secondo quanto freud stesso dice, come si vedrà], si trattava di riprenderlo per affrontarlo direttamente. la recente rilettura della parte sul cristianesimo si è rivelata per quello che essa è realmente: solo un giovane cristiano culturalmente sprovveduto [senza adeguati mezzi intellettuali] [com’era il soggetto espositore molti anni fa] può lasciarsi impressionare dalla lettura del testo di freud. ad una sua attenta analisi, esso appare del tutto innocuo per la fede. ed è talmente innocuo che c’è da chiedersi se freud fosse realmente ateo, tanto la tesi esposta nel suo libro è lontana dall’essere realmente efficace in ordine ad un [presunto] tentativo di distruggere la fede in dio da parte di freud, che nella prefazione alla traduzione ebraica dice: “… l’autore … non ha mai rinnegato l’appartenenza al proprio popolo, sente come ebraico il suo particolare modo d’essere e non lo desidera diverso da quello che è. se gli si domandasse: che cosa c’è ancora di ebraico in te, se hai rinunciato a tutte queste comunanze con i tuoi connazionali ? risponderebbe: moltissimo, probabilmente la cosa principale”. ora, la “cosa principale” per un ebreo è la fede in dio: non è questa dunque una professione di teismo da parte di freud, che viene detto ateo [come meccanicista] ? [il soggetto espositore non sa se freud è dichiaratamente ateo]. il libro è passato alla storia per un tentativo di distruzione del teismo [della fede in dio] e delle religioni, e in particolare del cristianesimo [scrive ratzinger nel suo libro “rapporto sulla fede”: “quanto al Padre come prima Persona della Trinità … la sua “crisi” presso certa teologia è spiegabile in una società che dopo freud diffida di ogni padre e di ogni paternalismo”/scrivono abbagnano e fornero nella loro storia della filosofia: [secondo freud] … la figura di Dio, Padre ultraterreno amato e temuto, sarebbe nient’altro che la proiezione dei rapporti psichici ambivalenti con il padre terreno”], ma come si vedrà alcune affermazioni di freud lasciano aperta la possibilità che il suo libro possa essere interpretato come un tentativo di distruzione non di dio e della religione, ma della nevrosi religiosa. certo, la provocazione di freud emerge in tutta la sua potenza, eppure alcune sue affermazioni [quasi di onestà intellettuale] rendono impossibile credere che si possa ritenere di aver distrutto la fede in dio in base alle tesi esposte in "totem e tabù". forse questa era realmente l’intenzione di freud, e qui si lascia trasparire la sicurezza interpretativa dell'episteme, che vede con chiarezza quanto lontano sia questo libro dall’essere riuscito nel suo intento. in base alle determinazioni del libro "totem e tabù" una ragione razionale non può dedurre da esse l'ateismo.
seguono alcuni brani tratti dal libro “totem e tabù” di freud, dai quali si desume l’argomento di freud. al testo di freud segue un commento e, dopo aver esposto i brani [nella traduzione utilizzata da sini], seguiranno le tesi epistemiche sulla fondazione epistemica della religione [cattolica], incentrata su "totem e tabù" di freud.
 
testo e commento

1.] “il totem è in primo luogo il progenitore del clan, ma ne è anche lo spirito tutelare e il soccorritore … crediamo giustificato introdurre nella formula del totemismo il padre in luogo dell’animale totemico [nel caso dei maschi] … la stessa cosa dicono anche i primitivi e definiscono il totem … loro antenato e progenitore”;

commento:
freud usa un concetto esteso di padre, attribuendovi proprietà che vanno oltre al ruolo di un semplice padre terreno. questo “progenitore” è già più di un padre: è un padre originario, che viene prima di tutti i tempi, e proiettato su di un qualche padre terreno: si tratta già di dio. infatti un padre terreno non è uno "spirito tutelare" ed un "soccorritore".   
 
2.] “ecco il clan, che in una circostanza solenne uccide e divora crudo il suo animale totemico, carne, sangue e ossa … dopo il fatto, l’animale ucciso viene pianto e compianto. il compianto funebre è un obbligo imposto dalla paura di una rivalsa minacciosa, il cui scopo principale mira a liberarsi dalla responsabilità dell’uccisione”;

commento: il rapporto ambivalente con il padre terreno è originario, appartiene alla struttura genetica dell’uomo, e riguarda innanzitutto il rapporto tra l’uomo e dio, padre ultraterreno: solo da dio, e non dal padre ucciso, l’uomo può temere una “rivalsa minacciosa”.
 

3.] “il rapporto tra il bambino e animale è molto simile a quello esistente tra uomo primitivo e animale … il bambino comincia improvvisamente a provare paura per una determinata specie di animali … alcuni casi di fobie rivolte ad animali di maggiori dimensioni si sono dimostrati accessibili all’analisi, rivelando il loro segreto all’indagatore. e il segreto era in ogni caso il medesimo: la paura riguardava in fondo il padre”;
 
commento: un padre può essere debole o forte, e in questo ultimo caso si imprime nella struttura della personalità del figlio. ma in questo caso tale impressione attiva già schemi soprannaturali: il timore del figlio, riversato su oggetti che ricordano il padre, è un timore soprannaturale. si è già portato l’esempio di un bambino che, in un ipermercato, vede alla televisione una scena del film “il signore degli anelli”, quella che mostra un grosso ragno. il bambino si impaurisce e si nasconde dietro la madre. il bambino in questo caso non ha proiettato sul ragno la figura del padre, ma vi ha proiettato il demonio, che sta nel bambino e che ha visto la propria immagine [che esso teme] sullo schermo televisivo. quindi la paura degli animali non ha a che vedere con il padre, ma con gli angeli, ovvero con il mostro, quello delle fiabe, che non è proiezione del padre [figura protettiva], ma del demonio. freud nelle sue analisi esaspera la figura e il ruolo del padre, perché essi già contengono la figura di dio padre, che il padre terreno attiva.

4.] “la psicoanalisi ci ha rivelato che l’animale totemico è realmente il sostituto del padre”;
 
commento: questo è un primo errore di freud. qui si inserisce l’ipotesi epistemica fondamentale. l’animale totemico è il sostituto non del padre, ma di dio_padre, che l’uomo conosce e riconosce solo per il tramite del padre terreno: di qui il ruolo della proiezione dell’uomo su dio. ma nella proiezione, dio ha la precedenza sull’uomo, anche se a livello inconscio. tre proposizioni di freud mostreranno la validità dell’ipotesi epistemica [chiamate proposizioni alpha, beta e gamma, per sottolineare la loro importanza]. 

5.] “essi [i fratelli dell’orda primitiva originaria] odiavano il padre, possente ostacolo al loro bisogno di potenza e alle loro pretese sessuali, ma lo amavano e lo ammiravano anche. dopo averlo soppresso, aver soddisfatto al loro odio e aver imposto il loro desiderio di identificazione con lui, dovette farsi sentire l’affezione [= affetto, inclinazione affettuosa dell’animo] nei suoi confronti fin allora rimasta sopraffatta. questo si verificò nella forma del rimorso, sorse un senso di colpa che coincide qui con il rimorso sentito collettivamente. morto, il padre divenne più forte di quanto fosse stato vivo … ciò che prima egli aveva impedito con la sua esistenza, i figli se lo proibirono ora spontaneamente nella situazione psichica dell’“obbedienza retrospettiva” … revocarono il loro atto dichiarando proibita l’uccisione del sostituto paterno, il totem”;
 
commento: come freud riconoscerà nel punto 13.] [di questo elenco di brani tratti dal libro “totem e tabù”], l’uomo ha una struttura, che costituisce geneticamente il sostrato del complesso di edipo. non si deve prescindere, nell’analisi, da tale struttura, che deve essere spiegata. l’uomo geneticamente odia e ama il padre terreno. perché ? l’episteme risponde: perchè l’uomo geneticamente, prima e innanzitutto, odia e ama dio_padre. dio si è riprodotto nel creato come anti_dio, che per la struttura originaria del male è sovrapposto ipostaticamente [e con esso la creatura umana] a dio e, tendendo inerzialmente a sostituirsi a dio, poiché non può farlo [essendo dio collegato al principio ipostaticamente, ovvero in modo stabile], tente ad annientare se stesso [conformazione e tensione auto_distruttive del creato]. così, l’odio dell’uomo verso dio è una forma [la forma archetipica] del suicidio dell’uomo, essenza del peccato dell’uomo [il peccato è una forma di suicidio]. freud dice due cose: che i figli considerano il padre un ostacolo al loro bisogno di potenza e alle loro pretese sessuali. poiché freud non sa filosoficamente spiegare il concetto di “bisogno di potenza” [che è anche la causa del nichilismo in severino, come si evince nel suo libro “la follia dell’angelo”], nel punto 6.] [“… rinunciavano tutti insieme alle donne, che desideravano e a causa delle quali, soprattutto, avevano tolto di mezzo il padre”] dice che in realtà la vera causa dell’uccisione del padre è il possesso delle donne, cioè una motivazione sessuale, e non di potenza. questo è un errore, perché nell’uomo il senso dell’esistenza è collegato più al potere che alla sessualità.

6.] “in questo modo, prendendo le mosse dalla coscienza di colpa del figlio, crearono i due tabù fondamentali del totemismo, che proprio perciò dovevano coincidere con i due desideri rimossi del complesso edipico. chi vi contravveniva si rendeva colpevole dei due soli delitti che preoccupavano la società primitiva. i due tabù del totemismo, con i quali ha inizio la moralità degli uomini, non hanno ugual valore psicologico. soltanto uno, il risparmio dell’animale totemico, poggia interamente su basi emotive: il padre era ormai tolto di mezzo, e in realtà non c’era più modo di rimediare. ma l’altro, il divieto dell’incesto, aveva anche un solido fondamento pratico … non restò altro ai fratelli, se volevano convivere, che erigere il divieto dell’incesto … in base a cui rinunciavano tutti insieme alle donne, che desideravano e a causa delle quali, soprattutto, avevano tolto di mezzo il padre. in tal modo salvarono l’organizzazione che li aveva fatti forti”;
 
commento: freud deriva la moralità dalla reazione a un delitto. come un senso di colpa successivo all’appagamento della trasgressione. ciò si ritiene fondamentalmente corretto: non può darsi moralità se non come reazione e difesa da una trasgressione avvenuta, di cui si sperimentano concretamente le conseguenze [la caduta, come perdita del padre (dio) protettivo]. in eden la moralità posta da dio nel divieto [proibizione ad adamo di attingere all'albero della conoscenza] non può avere alcun significato per adamo prima del peccato originale. solo dopo la caduta quel divieto, ripetuto da dio [con il divieto di attingere all'albero della vita], acquisisce senso. agisce in adamo il senso di colpa e l’obbedienza retrospettiva [nella parte in cui dio lo punisce, imponendogli l'obbligo del lavoro]. l’errore di freud  consiste nel collegare la moralità ad un evento e non alla struttura genetica dell’uomo, che prescinde da un singolo evento, ma che si serve degli eventi [illustrati correttamente da freud] per emergere. per freud, nella sua argomentazione, esistono solo un padre e la successione delle generazioni dei figli. iiealtà ogni figlio successivo è a sua volta padre, ma allora ruttura genetica dell'o concretamente le conseguenze [caduta, come n realtà, ogni figlio successivo è a sua volta padre, ma allora la successione dei figli è la successione dei padri, e quindi non può esistere, in realtà, un unico "padre originario" terreno: questo è dio, e il senso della trasgressione riguarda la struttura della moralità, trasgredita, la quale è geneticamente impressa nell'uomo. proprio questa struttura freud non riconosce [per freud la moralità sembra essere associata ad un evento, non è impressa geneticamente nell'uomo] quando dice che il divieto dell'incesto sorge per una esigenza "pratica": essa invece non è collegata ad un calcolo, ma è geneticamente impressa nella struttura morale dell'uomo. non esiste un padre terreno originariamente ucciso, ma esiste il desiderio di uccidere il padre terreno, che l'uomo legge/interpreta inconsciamente come desiderio di uccidere dio [in cui/che si proietta il/nel padre terreno], uccisione che fa percepire all'uomo [come ad adamo in eden] il senso della caduta, come perdita della protezione di dio, per cui l'uccisione del padre terreno [di molti padri terreni] espone il clan al senso di smarrimento e ai pericoli della natura, perchè lo fa percepire come trasgressore direttamente verso dio [inizialmente inteso come divinità, e solo con la rivelazione di cristo finalmente riconosciuto come dio padre, matrice del padre terreno].    

7.] “che il totemismo abbia diritto ad essere considerato il primo tentativo di una religione discende invece dall’altro tabù, quello che protegge la vita dell’animale totemico. se alla sensibilità dei figli l’animale appariva come il sostituto ovvio e naturale del padre, nel trattamento che risultò loro imposto dell’animale si trovava espresso qualcosa di più che il bisogno di estrinsecare il loro pentimento. con il padre sostitutivo si poteva compiere il tentativo di acquietare il bruciante senso di colpa, di ottenere una sorta di riconciliazione con il padre. il sistema totemistico era per così dire un patto con il padre, in cui quest’ultimo concedeva tutto ciò che la fantasia infantile poteva aspettarsi dal padre: protezione, cura e attenzioni. in cambio ci si impegnava a onorare la sua vita, ossia a non ripetere su di lui l’azione che aveva portato alla scomparsa del padre reale. c’era anche, nel totemismo, un tentativo di giustificazione. “se il padre ci avesse trattati come fa il totem, non saremmo mai stati tentati di ucciderlo”. così il totemismo concorse ad attenuare le circostanze e a far dimenticare l’evento al quale doveva la sua nascita. in questo contesto vennero alla luce alcuni tratti che rimasero poi determinanti per il carattere della religione. la religione totemica era nata dal senso di colpa dei figli, come tentativo di attenuare questa sensazione e di riconciliarsi il padre offeso con l’obbedienza retrospettiva. tutte le religioni successive si dimostrano altrattenti tentativi di soluzione del medesimo problema, … tutte reazioni rivolte allo stesso fine, reazioni al medesimo grande avvenimento con il quale ebbe inizio la civiltà e che da allora non dà pace all’umanità”;

commento: l’errore di freud e la tesi epistemica sono qui evidenti: il padre terreno attiva nella mente dell’uomo lo schema di dio: l’uccisione del padre è l’uccisione di dio, e non, come dice freud successivamente, l’uccisione di dio [in cristo] è immagine [proiezione] dell’uccisione del padre/la tesi di freud è qui capovolta. infatti [come freud stesso ammetterà, nella tre proposizioni qui segnate come alpha, beta e gamma], “protezione, cura e attenzioni” sono ciò che il clan può ottenere dal totem come immagine di dio, non del padre, perché si tratta della protezione dalle forze avverse della natura [terremoti, siccità e alluvioni] e dalla morte, protezione e immortalità che un padre terreno, mortale, non può garantire all’uomo. il senso di colpa per l’uccisione del padre rivela il cuore del peccato dell’uomo, come tensione all’uccisione di dio.

8.] “abbiamo seguito finora nella religione e nelle prescrizioni morali … le conseguenze della corrente sentimentale verso il padre in quanto persona amata, corrente trasformata in rimorso. ma non dobbiamo trascurare il fatto che, in sostanza, quelle che prevalgono sono le tendenze che hanno spinto al parricidio. d’ora in poi i sentimenti sociali di fraternità, sui quali poggia il grande sovvertimento, conservano per lunghissimo tempo il più profondo influsso sull’evoluzione della società … garantendosi reciprocamente la vita, i fratelli affermano che nessuno di loro può venir trattato da un altro fratello come il padre è stato trattato dai fratelli tutti insieme. escludono una ripetizione del destino paterno. al divieto, fondato sulla religione, di uccidere il totem, si aggiunge ora il divieto, a fondamento sociale, del fratricidio”;
 
commento: freud ha ingigantito il ruolo del padre e della sua uccisione, perché il padre di freud è dio_padre, che freud riduce al padre_terreno, e chiama dio_padre come il padre_terreno: si tratta di una forma di riduzionismo. è lecito anche dire che la società dei fratelli pensa al padre_terreno, e non a dio, secondo freud: ma è nell’inconscio che il padre_terreno è vissuto come dio_padre, perché ciò che il clan pretende e desidera ottenere dal totem supera ciò che un padre_terreno può dare ai propri figli, trattandosi di doni soprannaturali.

9.] [nelle religioni] l’antico pasto totemico ritorna nella forma originaria del sacrificio … l’elemento nuovo che si è aggiunto è il dio del clan … come interviene la divinità in questa situazione che le è originariamente estranea ? la risposta potrebbe essere che nel frattempo è affiorata – non sappiamo da dove – l’idea di dio; ha assoggettato a sé tutta la vita religiosa e, come tutte le cose che mirano a sopravvivere, anche il pasto totemico è dovuto a scendere a compromessi col nuovo sistema. sennonchè la ricerca psicoanalitica condotta sul singolo individuo ci insegna, con una intensità particolarissima, che il dio si configura per ognuno secondo l’immagine del padre, che il rapporto personale con il dio dipende dal proprio rapporto con il padre carnale, oscilla e si trasforma con lui, e che in ultima analisi il dio non è altro che un padre a livello più alto. anche qui, come già nel caso del totemismo, la psicoanalisi ritiene giusto prestar fede ai fedeli, i quali chiamano Dio col nome di Padre, così come chiamavano progenitore il totem. se la psicoanalisi merita qualche considerazione, la componente paterna dell’idea di dio dev’essere estremamente importante, anche a prescindere da tutte le altre origini e significati del concetto di dio, sui quali la psicoanalisi non è in grado di fare luce;  
 
commento: qui freud pronuncia tre proposizioni che tradiscono la parzialità del suo argomentare: si tratta di una tesi, quella di “totem e tabù”, dio padre come proiezione del padre terreno, che manifesta qui apertamente tutta la carenza filosofica della sua supposizione. per sottolineare questa carenza filosofica e razionale del discorso di freud, si è deciso di classificare le sue tre proposizioni, che la manifestano, come proposizioni alpha, beta e gamma: proposizione alpha: “… nel frattempo è affiorata – non sappiamo da dove – l’idea di dio”/proposizione beta: “… in ultima analisi il dio non è altro che un padre a livello più alto”/proposizione gamma: “… anche a prescindere da tutte le altre origini e significati del concetto di dio, sui quali la psicoanalisi non è in grado di fare luce”. come si può concludere per l’ateismo se si ammette che l’idea di dio è “affiorata, non sappiamo dove”, che dio non è semplicemente il padre, perché è semmai un “padre a livello più alto” [e quindi dio_padre non è proiezione del padre terreno], e che sui significati di dio “la psicoanalisi non è in grado di fare luce” ? come può freud sostenere la sua tesi, se qui ammette che dio non è la proiezione del padre, perché è più del padre, ed è un concetto la cui origine appare misteriosa, e quindi non passibile di riduzione al padre ? lo dice freud stesso, in queste tre proposizioni: se dio è un “padre al livello più alto”, allora dio non è il padre, è più del padre, cioè il concetto di dio sporge sul padre. freud commette un errore fondamentale: è vero che “il dio si configura per ognuno secondo l’immagine del padre”, ma non perché dio è il padre terreno, ma solo perché l’uomo si serve dell’immagine del padre terreno per rappresentarsi dio, e inoltre può essere vero che “il rapporto personale con il dio dipende dal proprio rapporto con il padre carnale, oscilla e si trasforma con lui, ma i due rapporti sono in relazione, per cui l’esistenza di questa relazione non comporta la confusione [identità/riduzione] tra dio e il padre terreno: io posso servirmi di mio padre per rappresentarmi dio, ma questo non significa che dio è il mio padre terreno. dire che “il dio non è altro che un padre a livello più alto significa riconoscere e negare di fatto che “la figura di Dio, Padre ultraterreno amato e temuto, sarebbe nient’altro che la proiezione dei rapporti psichici ambivalenti con il padre terreno” [abbagnano e fornero su freud], proprio perché dio padre è riconosciuto non come il padre, ma come “più del padre”, cioè un padre “più alto”. poi freud commette un altro errore: se i fedeli “chiamano Dio col nome di Padre, così come chiamavano progenitore il totem”, e se “la componente paterna dell’idea di dio dev’essere estremamente importante”, ciò non significa che dio_padre è solo il padre_terreno, ma significa che ci si serve del padre_terreno per rappresentarsi e comprendere la reale essenza di dio [portata alla luce dalla rivelazione cristiana], dio_padre che precede il padre_terreno, in quanto sua matrice genetica.

10.] “nel mito cristiano il peccato originale dell’uomo è indubbiamente un’offesa contro Dio Padre. ora, se cristo libera gli uomini dal peso del peccato originale sacrificando la sua stessa vita, ci costringe a concludere che questa colpa fu un assassinio. secondo la legge del taglione, profondamente radicata nella sensibilità dell’uomo, un assassinio può essere espiato soltanto col sacrificio di un’altra vita; il sacrificio di sé ci fa risalire a un omicidio. e se questo sacrificio della propria vita conduce alla riconciliazione col Dio Padre, il crimine da espiare non può essere altro che l’uccisione del padre. in tal modo l’umanità confessa nel modo più manifesto, nella dottrina cristiana, la colpevole azione commessa nella notte dei tempi, poiché essa ha ora trovato nella morte sacrificale dell’unico Figlio l’espiazione più completa per questo crimine … con la medesima azione che offre al padre la massima espiazione possibile anche il figlio raggiunge lo scopo dei suoi desideri contro il padre. diventa egli stesso dio accanto, anzi propriamente al posto del padre. la religione del Figlio si sostituisce a quella del Padre. in segno di questa sostituizione viene richiamato in vita l’antico banchetto totemico in forma di Comunione, nella quale la schiera dei fratelli consuma la carne e il sangue del Figlio, non più del Padre, e con questo atto si santifica e identifica con lui. il nostro sguardo persegue attraverso il trascorrere dei tempi l’identità del banchetto totemico col sacrificio animale, col sacrificio degli dei umani incarnati e con l’eucarestia cristiana e riconosce in tutte queste solennità la conseguenza del crimine che ha tanto oppresso gli uomini e del quale tuttavia essi dovettero andare così superbi. ma la Comunione cristiana è in fondo una nuova eliminazione del padre, una ripetizione dell’azione da espiare”;     

 
commento: questa è la tesi di freud: se cristo salva morendo, ciò da cui si deve essere salvati è la colpa per un assassinio, e poiché la riconciliazione è con dio_padre, l’assassinio fu quello del padre [terreno]. con l’adorazione e il culto di cristo, però, i cristiani ripetono l’uccisione del padre: perché ora il figlio è inteso come dio, e quindi si è sostituito al padre, e con la comunione non si divora più il padre ma il figlio, divenuto dio al posto del padre [di dio_padre e del padre_terreno originario ucciso]. questa tesi è estremamente in errore: per i cristiani, sono dio tanto il padre quanto il figlio, che non ha bisogno di uccidere il padre per essere dio, perché sono entrambi dio. inoltre nel cristianesimo, la religione del figlio non si è sostituita alla religione del padre, perché i cristiani offrono culto tanto al figlio quanto al padre [“nel nome del padre e del figlio e dello spirito santo”]. infine, i cristiani attingono alla comunione, ovvero al corpo e al sangue del figlio, e non del padre, perché l’uomo è a immagine del figlio, non del padre. è nel vero freud quando dice che l’uomo è omicida verso il padre e verso dio_padre. ma in eden adamo ha ucciso il figlio [cristo], come evidenziato dall’uccisione di cristo sulla croce, e dal fratricidio di abele [cristo] ad opera di caino [adamo]. ma uccidere il figlio significa voler uccidere il padre. solo che il padre [dio_padre] non si può uccidere, se non come uccisione del proprio sentimento di dio_padre, nell’ateismo, e l’uccisione del padre_terreno [secondo freud, la cui tesi è corretta] porta l’uomo a uccidere soprannaturalmente il proprio sentimento di dio_padre, interiormente. per cui gli atei sono inconsciamente omicidi verso dio e dio_padre, e poiché non lo si può uccidere, essi sono suicidi. il peccato è un suicidio/freud scrive: "la Comunione cristiana è in fondo una nuova eliminazione del padre, una ripetizione dell’azione da espiare": uno dei concetti fondamentali della concezione epistemica dell'eucaristia, è che l'azione riparatrice del peccato ha la stessa forma del peccato: poichè il peccato è l'uccisione di cristo in eden da parte di adamo, e la tensione all'uccisione di dio_padre da parte dell'uomo, l'eucaristia presenta questa azione, come atto in cui l'uomo mangia/divora/introietta dio. l'introiezione della fonte edenica da parte di adamo ha costituito la struttura/natura peccaminosa dell'essere umano, e degli animali, per la quale essi mangiano, divorandosi reciprocamente, e per questa via avviene la salvezza, con l'introiezione di dio da parte dell'uomo nel sacrificio eucaristico.      

11.] “un evento come l’uccisione del progenitore ad opera della schiera di fratelli doveva lasciare tracce incancellabili nella storia dell’umanità e finire con l’esprimersi per dei tramiti sostitutivi tanto più numerosi quanto meno il fatto era ricordato in sé … perché l’Eroe della tragedia deve soffrire, e che cosa significa la sua “tragica” colpa ? … egli deve soffrire perché è il progenitore, l’Eroe di quella grande tragedia primordiale che trova qui una ripetizione tendenziosa, e la colpa tragica è quella ch’egli deve addossarsi per sgravare il Coro della sua colpa … il delitto che si riversa su di lui, l’arroganza e la ribellione a una grande autorità, è precisamente quello che opprime in realtà i membri del Coro, la schiera dei fratelli. così l’Eroe tragico è trasformato, contro voglia, in salvatore e liberatore del Coro. considerando che nella tragedia greca lo spettacolo verteva specialmente sui dolori del capro divino, dioniso, e sul compianto del seguito di capri che si identificava con lui, è facile capire come la rappresentazione drammatica, già estinta, rinacque di nuovo nel medioevo con la Passione di Cristo”;
 
commento: anche questa tesi è sbagliata. freud esagera il ruolo del padre. per lui chi dà protezione è immediatamente padre. anche un fratello maggiore dà protezione, ma non è padre, anche se sulla figura e sul ruolo del fratello maggiore certamente si proietta l’immagine rassicurante di un padre, ma egli rimane fratello. così è l’eroe. egli non è padre, perché protegge, ma è fratello, che non protegge di meno. l’eroe deve soffrire per la stessa ragione per cui cristo deve soffrire. non perché, come pensa freud, l’eroe si sostituisce al padre, e quindi è colpevole: l’eroe protegge come figlio e fratello, non come padre. egli deve soffrire perché i fratelli sono realmente colpevoli verso il padre, e soffre per espiare la loro colpa, non per espiare la propria colpa, perché l’eroe è puro e innocente, e non ha colpa. egli espia innocente: per questo è eroe: perché ama e soffre generosamente. l’eroe è come cristo: è dio, ma in quanto figlio e fratello, non come padre. la novità radicale del cristianesimo è che esso aggiunge una divinità come figlio, oltre al padre, e non come sostituto del padre. freud non riesce a concepire l’esistenza di un dio che non sia padre, perché vuole dimostrare la sua tesi: che dio è solo il padre, per essere sostituto del padre_terreno. invece nel cristianesimo, il figlio non opera la sua identificazione con il padre: tanto il padre quanto il figlio sono dio, e sono dio entrambi in assoluta pienezza.

12.] “prima di concludere, devo dedicare un po’ di spazio a una osservazione, ossia che l’alto grado di convergenza verso un nesso complessivo, da noi raggiunto in queste esposizioni, non può renderci ciechi di fronte alle incertezze delle nostre premesse e alle difficoltà che presentano i nostri risultati … noi procediamo dovunque dall’ipotesi di una psiche collettiva nella quale i processi mentali si compiono come nella vita mentale dell’individuo. in particolare facciamo sopravvivere per molti millenni il senso di colpa causato da un’azione, e lo facciamo restare operante per generazioni e generazioni che di questa azione non potevano saper niente. facciamo proseguire un processo emotivo, quale poteva sorgere in generazioni di figli maltrattati dal padre, in nuove generazioni che proprio l’accantonamento del padre aveva sottratte a simile trattamento. sembra trattarsi di difficoltà molto gravi, e ogni altra spiegazione che riuscisse a evitare tali premesse parrebbe meritare la preferenza. tuttavia … senza l’ipotesi di una psiche collettiva, di una continuità nella vita emotiva degli uomini, che permetta di trascurare le interruzioni degli atti mentali provocate dalla morte degli individui, tutta la psicologia dei popoli non potrebbe sussitere. se i processi psichici di una generazione non si prolungassero nella generazione successiva, ogni suo atteggiamento verso l’esistenza dovrebbe essere acquisito ex novo, e non vi sarebbe in questo campo nessun progresso e praticamente nessuna evoluzione. a questo punto ecco sorgere due nuovi problemi: in che misura si può fare affidamento sulla continuità psichica nell’ambito della successione di generazioni ? e di quali mezzi e vie si serve una generazione per trasferire alla successiva le sue condizioni psichiche ? … in generale la psicologia dei popoli si preoccupa poco dei modi in cui si verifica l’auspicata continuità nella vita mentale delle generazioni che si susseguono l’una all’altra … dobbiamo ammettere che nessuna generazione è in grado di nascondere alla successiva processi psichici piuttosto importanti. la psicoanalisi ci ha infatti insegnato che ogni uomo possiede nella sua attività mentale inconscia un apparato che gli consente di interpretare le reazioni di altri uomini, ossia di render vane le deformazioni che l’altro ha imposto all’espressione delle sue emozioni. su questa strada, costituita dalla comprensione inconscia di tutti i costumi, delle cerimonie e dei canoni lasciati alle spalle dal rapporto originario con il progenitore, può essere riuscito a generazioni successive di assumere quell’eredità emotiva”;
 
commento: qui freud è nel vero. l’episteme ha teorizzato la “psiche collettiva” come sistema di unità organica. l’episteme non ha inteso negare la tesi di freud, secondo cui la religione nasce come senso di colpa per l’uccisione del padre_terreno. ha inteso dire che questa uccisione ha attivato nella mente dell’uomo lo schema genetico dell’uccisione di dio, dio proiettato nel totem come dio_padre. il  peccato dell’uomo contro dio_padre ha impedito all’uomo di riconoscere la trinità come padre e figlio, emersa solo grazie alla rivelazione di cristo.

13.] “un’altra difficoltà potrebbe venire avanzata … noi abbiamo spiegato le prime prescrizioni e restrizioni morali della società primitiva come reazioni a un’azione che diede ai suoi promotori il concetto di crimine. essi provarono rimorso per questa azione e decisero che non dovesse più ripetersi … questo senso creativo della colpa non si è spento in noi. lo troviamo operante in maniera asociale nei nevrotici per produrre nuove prescrizioni sociali … ma se indaghiamo in questi nevrotici per scoprire i fatti che hanno provocato tali reazioni, andiamo incontro a una delusione. non troviamo azioni, ma soltanto impulsi … non può essersi verificato qualcosa di analogo presso i primitivi ? … potrebbero essere bastati i semplici impulsi di ostilità verso il padre, l’esistenza della fantasia di desiderio di ucciderlo e divorarlo per provocare la reazione morale che ha dato vita al totemismo e al tabù. in tal modo si eviterebbe la necessità di far risalire l’inizio del nostro patrimonio culturale, del quale siamo giustamente così orgogliosi, a un delitto ripugnante che offende tutti i nostri sentimenti. il nesso causale che intercorre da quell’inzio fino all’epoca presente non subirebbe danno alcuno da tale ipotesi, perché la realtà psichica sarebbe sufficientemente significativa per sostenere tutte queste conseguenze ... il nevrotico è inibito soprattutto nell’agire, in lui il pensiero sostituisce completamente l’azione. Il primitivo invece è privo di inibizioni, il pensiero si trasforma senz’altro in azione, per lui l’azione è per così dire un sostituto del pensiero. ecco perché credo, pur senza pretendere ad asserzioni finali, che nel nostro caso si possa presumere: “in principio era l’Azione"".

commento: qui freud è nel vero, come detto: non l’azione concreta e storica dell’uccisione di un singolo uomo_padre_terreno ha provocato la nascita della civiltà, ma semplicemente il sentimento di odio che ogni figlio ha verso i suoi genitori, solo che per l’episteme questo odio è inconscimante verso dio, e si esprime nell’ateismo. l’ateismo, come “a” privativo del teismo, è forma di uccisione di dio. e infatti nietzsche riconosce che l’uomo ha uccisio dio, per cui dio è morto nel cuore degli uomini.  

tesi epistemiche sulla fondazione epistemica della religione
 
la tesi epistemica fondamentale sul fondamento della religione, che valorizza la tesi di freud [che per l’episteme è corretta], è che l’uccisione del padre_terreno, comunque avvenuta [come azione storica, singola o ripetuta, o come semplice desiderio], ha scatenato nella mente degli uomini lo schema inconscio della volontà umana di uccisione di dio, uccisione che costituisce il risultato di una pulsione inconscia strutturale/uccisione in particolare di dio_padre trinitario [conosciuto da sempre, prima della rivelazione cristiana, che solo esplicita ciò che nella mente è già contenuto come struttura, essendo la trinità la matrice genetica dell’uomo]. questa uccisione di dio_padre non può avvenire materialmente, ma avviene proiettivamente come uccisione del padre_terreno. di qui il senso di colpa e l’obbedienza retrospettiva, come dice freud, ma da applicare direttamente a dio: può essere che i primitivi avessero in mente solo il padre_terreno [secondo freud], ma ciò che è essenziale è che essi vivono questo padre, risorto come fantasia del ricordo del padre, amato e temuto [e, dice freud, “… morto, il padre divenne più forte di quanto fosse stato vivo …”], come dio_padre: i primitivi neppure ne sono consapevoli, non sanno che dio esiste, non hanno consapevolezza di dio, esiste per essi solo il padre_terreno, ma attribuiscono al totem proprietà divine: essi ora credono in dio, sia pure inconsciamente, si è attivato in loro lo schema di dio. non è più il semplice padre_terreno, quello che i fratelli hanno ucciso, ma è dio. il fatto che freud faccia risalire l’origine della moralità e della civiltà ad un unico fatto originario, si collega epistemicamente agli accadimenti edenici, in cui deve essere rintracciata l’origine della struttura genetica dell’uomo, incorporante la caduta e la divisione tra bene e male [l’uomo duale, immagine del dio_creatore_attuale_inibito e del dio_inerziale_invariante_disinibito]: è lì che avviene l’uccisione originaria, non materialmente di dio_padre, bensì forse di dio_figlio [cristo] ad opera di adamo, e solo inconsciamente, ma principalmente [con la disobbedienza di adamo al divieto divino] anche di dio_padre.
il senso dello scritto di freud è la ripetizione dell’uccisione del padre da parte dell’uomo moderno, che si fa angelico e abolisce per se stesso il padre e ogni padre [distruzione di ogni autorità e riduzione della vita morale a calcolo di interesse], questa volta intesa come uccisione della stessa obbedienza retrospettiva. freud intende uccidere [cioè togliere, eliminare] il fantasma del padre, l’ombra del senso di colpa, inteso come fonte di rimorso e di nevrosi. freud ripete l’accadimento edenico, come severino: entrambi compiono il secondo parricidio, che era stato proibito da dio, come peccato contro lo spirito di verità: “… ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre !” [gn, 3, 22]. i passi biblici che vanno da gn 3, 14 a gn 3, 24 corrispondono all’obbedienza retrospettiva [correttamente, in senso epistemico, interpretata da freud come origine della moralità, successiva alla trasgressione], cioè alla nascita della moralità successiva alla trasgressione, alla colpa, alla caduta e al rimorso. freud intende abbattere, oltre al padre, anche l’obbedienza retrospettiva, ogni padre, il ricordo del padre, di ogni padre, del fantasma del padre, intende sradicare dall’uomo ogni forma di moralità che non sia di tipo convenzionale [nel suo libro “totem e tabù”, inconsciamente freud fa uccidere ai fratelli dio_padre]. ma dalla sua prospettiva, freud avrebbe ragione: come poter essere uomini morali, se la moralità è frutto di una nevrosi, cioè di un fraintendimento, per cui il padre, che era stato ucciso, è creduto vivo e tenuto vivo come fantasma ? dal suo punto di vista freud ha ragione: è necessario liberare gli uomini dalla nevrosi, cioè dal credere che sia ancora vivo il padre_terreno ucciso, che era stato ucciso, e poiché è un padre mortale, se è ucciso non esiste più, quindi non ha alcun senso l’obbedienza retrospettiva e il rimorso e il senso di colpa verso colui, che non esiste più. di qui la funzione liberatrice del messaggio di freud [e di quello di severino]: il padre fu ucciso, non ha senso alcuno ancora prestargli obbedienza. f fancora prestargli obbedienza.  ai fratelli dio_padre]one]  padrepagana dell'parte di adamo, come sua trasgrewssione  male, intreud [come severino] ha posto la potenza all'origine dell'azione omicida [motivazione] dei fratelli [e dell'affermazione del divenire] [
"essi odiavano il padre, possente ostacolo al loro bisogno di potenza ..."]: per freud la civiltà non deve fondarsi sulla moralità [perchè sono morti sia il padre che il suo fantasma, da cui freud vuole liberare gli uomini, e per freud il fantasma del padre è dio/come si è detto, dio non è solo il fantasma del padre, perchè dio (come ha riconosciuto freud stesso) è più del padre], ma sulla potenza, cioè sul calcolo ["... non restò altro ai fratelli, se volevano convivere, che erigere il divieto dell’incesto"].
diverso è invece il discorso epistemico. il padre è vivo, è ancora vivo, è sempre stato vivo e non è mai stato ucciso: è dio_padre, per cui l’azione di annientamento dell’uomo verso dio offende realmente dio, è capace realmente di allontanare, come peccato [peccato "mortale"], l’uomo da dio e richiede la riparazione dell’obbedienza_retrospettiva, cioè del rispetto dei nuovi comandamenti dati da dio all’uomo dopo la caduta del peccato_originale, che fu l’azione di cui ha detto freud: l’uccisione del padre come uccisione di dio, come desiderio umano di annientare dio, per il quale l’uomo è colpevole, e deve pentirsi, a pena di essere condannato da dio. questa è dunque la fondazione epistemica della religione, intesa come funzione penitenziale, fondata sulla struttura del male, che è la matrice originaria della sovrapposizione sostitutiva dell’uomo [creato ex nihilo dal principio], innestato originariamente nell’anti_trinità, a dio [esistenzializzato ex existentia dal principio]: l’uomo [nell'anti_trinità, duplicazione/riproduzione/replicazione strutturale di dio nel creato] tende a sostituirsi a dio, e quindi ha dentro di sé la pulsione all’annientamento di dio, annientamento che si esprime nell’“a” privativa [cioè toglitiva] dell’a_teismo, fenomeno che significa uccisione di dio e s_radicamento di dio, nel cuore e dal cuore dell’uomo, o comunque compiuti in ogni peccato, anche nel peccato dei credenti. la religione è il pentimento per questa pulsione all’annientamento di dio [che si espresse come annientamento di cristo in eden da parte di adamo, come sua trasgressione dei comandamenti di dio_padre, e come l’uccisione del padre_terreno da parte dell’orda primitiva dei fratelli]. pentimento che si configura come capovolgimento di tale pulsione: nella religione è ora l’uomo ad annientarsi, per espiare la propria tensione inconscia, che condiziona la sua vita, e nella religione l'uomo annienta se stesso. egli prova benessere, ma anche alienazione, per i profumi sacri nelle chiese, che stordiscono la mente dell'uomo freddo, moderno e strutturalmente pagano, inconsciamente omicida verso dio e verso gli uomini, in quanto peccatore. la religione svolge la funzione penitenziale: i chierichetti vestono di bianco, come il papa, per simboleggiare a dio e agli uomini il bisogno di purezza. i preti vestono di nero, in segno di lutto, per la mortificazione perpetua della natura peccaminosa dell'uomo, che vuole e deve morire e rinascere nel battesimo e nell'azione penitenziale religiosa. l'essenza del sacro e della messa viene ad essere simboleggiata dall'atteggiamento penitenziale del sacerdote: perchè il prete riveste costumi penitenziali ? perchè il clero si pente ? perchè i vescovi e i sacerdoti pregano, invocano misericordia, recitano preghiere e rosari, e intercedono ? per quale ragione la religione invoca il nome di dio e lo fa in modo sacro e penitenziale, adorativo e rituale ? perchè il prete, a mani giunte, prega il Signore e invoca il perdono dei peccati ? quali peccati ? la risposta [è questa la tesi dell'episteme] l'ha data freud, sulla cui tesi, espressa in "totem e tabù", è opportuno fondare la giustificazione razionale della religione: l'uomo, il credente e il sacerdote invocano misericordia e perdono, perchè l'uomo è per sua natura, strutturalmente, annientamento omicida verso dio_padre e dio_figlio. l'"Azione", di cui parla freud, è esistita realmente: i primitivi uccisero il loro progenitore, e questo fatto venne correttamente interpretato dall'inconscio come uccisione di dio, esplicitata da nietzsche: "dio è morto e siamo stati noi a ucciderlo". ma l'episteme dice che dio per definizione non si può uccidere: l'uomo può solo s_radicare dio da se stesso, lo fa anche il credente nel peccato, e per questo esiste la religione: essa è una spada che spacca l'uomo raggiungendo il suo inconscio, per portare alla luce ciò che nell'uomo allontana l'uomo da dio: la sua natura strutturalmente avversa a dio e alla salvezza. la pulsione omicida è inconscia, ma è efficace, e la religione ha il compito di portarla alla luce, facendo pentire l'uomo non per un'azione, che egli non compie, ma per la struttura dell'uomo, che è la sua natura peccaminosa. anche se l'uomo non uccide il proprio padre, non uccide i propri fratelli e dio stesso, l'uomo deve pentirsi, perchè inconsciamente omicida è la sua natura profonda. da ciò si comprende la sacralità del testo di freud, pur segnato dall'errore, perchè l'essenza del peccato è l'uccisione del padre/di dio_padre, e ciò spiega il cristianesimo, inteso come essenza della religione penitenziale, della religione della purezza, del peccato e del perdono, della misericordia e del giudizio. l'episteme ha inteso porre il libro "totem e tabù" a fondamento della razionalità del cristianesimo, inteso come la religione del culto e della penitenza.