l’infinito-attuale
 
nella ricerca-epistemica l’infinito attuale non può costituire semplicemente un’ipotesi. Come l’innatismo, l’infinito attuale non è per l’episteme un’ipotesi, ma è una condizione necessaria dell’esistenza, funzionale alla coerenza interna al sistema. L’episteme deve certamente dimostrare l’esistenza dell’infinito-attuale, ma non può fare a meno della sua esistenza [come per l’innatismo], e già questo fatto è una dimostrazione per i criteri veritativi della coerenze e della completezza:
 
- se un’ipotesi è funzionale alla coerenza di un sistema-veritativo, essa è probabilisticamente vera;
- se un’ipotesi è funzionale alla completezza di un sistema-veritativo, essa è probabilisticamente vera;
- dove per sistema-veritativo si intende un sistema che è già coerente al suo interno e tende [cioè è aperto] alla propria completezza formale
[ad esempio: la favola di Pinocchio è falsa – cioè rimane una favola -, perché:
 
- appena tende ad espandersi – per rispettare il criterio di completezza – risulta incoerente;
- appena tende a razionalizzarsi in termini di coerenza, risulta manifestatamente incapace di farlo, ampliandosi, appunto rispettando la propria coerenza interna].
 
nota
riguardo alla necessità epistemica dell’innatismo [che non può essere un’“opzione”], non significa che l’episteme nega il paradigma della tabula-rasa, perché questo è un auto-concetto [come positività-auto-concettuale], e quindi è vero. L’episteme opera una sintesi
[non fondendo i due termini, né con-fondendoli in un “sincretismo”, bensì individuandone la loro perfetta sintesi, data dal riconoscimento della loro “essenza”].
 
prosegue …
L’infinito attuale può essere definito in tre modi, di cui il primo negativo [con la funzione retorica di correggere un errore]:
 
- 1. definizione negativa: l’infinito attuale non è l’ultimo numero posto dopo l’infinito, perché non esiste un ultimo numero, i numeri sono infiniti dal punto di vista dell’infinito potenziale: dato un qualunque numero, esiste sempre un numero ad esso superiore [e inferiore];
- 2. prima definizione positiva: posto un numero potenzialmente infinito/illimitato di numeri, l’infinito attuale è la loro esistenza attuale, cioè tutti i numeri, per quanto infiniti essi siano, esistono contemporaneamente;
- 3. seconda definizione positiva: l’infinito attuale è tale per cui, esistendo tutti i numeri [potenzialmente infiniti e illimitati] contemporaneamente, ciascun punto-numero include tutti gli altri numeri, ovvero i singoli numeri, i loro gruppi, la loro totalità, e questo appunto è consentito perché essi esisitono contemporaneamente [in modo temporalmente simultaneo];
- 4. altre definizioni [che possono essere più importanti delle due precedenti]: non conosciute dalla ricerca-epistemica personale del ted-team.
 
funzionalità teorica: perché l’infinito attuale è necessario al sistema: funzionalità filosofica e teologica:
 
- 1. funzionalità filosofica: si è mostrata nella mappa-metafisica dell’esistenza la sequenza dello sviluppo dell’essere e si è detto che essa è a-temporale, perché ? per due ragioni:
 
- la prima è che non è concepibile che, posto Dio al termine dell’emanazione, essendo esso eterno, esista un momento in cui Dio non esista;
- la seconda è, essendo l’esistenza di Dio la soluzione dei paradossi dell’esistenza originaria [il principio, includente e incluso, cioè identico e diverso da a/se stesso], non può esistere un momento in cui tale soluzione non esista [e ciò spiega perché appunto Dio è co-eterno al principio].
 
Ne consegue che l’uso dell’infinito-attuale è qui funzionale allo sviluppo, e quindi tale uso è tale per cui si adotta un particolare concetto di infinito-attuale [peraltro, seppure il più importante, il meno diretto], quello di un concetto non parallelo o a rete, ma gerarchizzato: tutti i momenti successivi sono c-eterni ai momenti precedenti [il problema è che Dio è termine di una serie non infinita, ma definita in due, tre o più momenti o stadi-base, tutt’altro che infiniti, ma qui quello che conta è il significato che è stato precedentemente evocato: si è visto come i punti-numeri dell’infinito attuale devono essere co-esistenti, perché ogni punto dell’infinito-attuale possa includere gli altri punti, tale è Dio].  
 
- 2. funzionalità teologica: Dio è infinito …
 
nota [attenzione … correzione di precedente ipotesi]
si era detto che una mano infinita è senza forma, e quindi Dio doveva essere infinito per spessore “energetico” ma senz’altro finito seconda la forma. Invece si consideri quanto segue: la dimensione di una mano può essere raddoppiata, triplicata, ecc., all’infinito, ma come il raddoppio e la la triplicazione della dimensione di una mano ne conservano la forma, così senz’altro all’infinito, quindi …
nuova ipotesi
Dio può essere infinito anche secondo la forma, e quindi totalmente infinito [pur rimanendo la forma, però, sostanzialmente finita, cioè “compiuta”].
… e ciò vale per tutte le morfo-ipostasi della necessità [la fonte, la tecnica, le idee, ecc.]
(fine nota)
 
… prosegue
ma se è infinito, Dio deve poter commensurare se stesso in ogni sua parte [principio di auto-commensurazione di Dio], e quindi deve esistere l’infinito-attuale, perché Dio è infinito, e per poter commensurare se stesso in ogni sua parte Dio deve auto-includersi in ogni sua parte, e quindi tutti i punti di Dio-infinito devono esistere contemporaneamente:
 
- non esiste l’ultimo punto-numero;
- l’infinito non è [def-negativa-retorica] una retta piegata all’infinito che si riunisce a se stessa;
- la retta dell’infinito va avanti [e indietro] secondo una linearità di tipo perfetto, totale e assoluto;
- ogni punto di questa retta non è un prolungarsi continuo [che segue la “psicologia” della rappresentazione geometrica dell’uomo-finito], ma esiste simultaneamente in modo tale per cui:
 
- … posto un qualunque numero [piccolo e grande, infinitamente grande o ancora pià grande – secondo la dottrina degli ordini di infinito] …
- il numero ad esso immediatamente successivo o infinitamente più grande mentalmente concepibile, esiste contemporaneamente a quel numero e indipendentemente che esso sia pensato dalla mente umana o divina.
 
rappresentazione-concettuale
vedi tavola sull’infinito-attuale