L’ARGOMENTO_SEVERINIANO E LA CONDIZIONE PER LA SUA CONFUTAZIONE_EPISTEMICA
 
 
Severino ha prodotto la dimostrazione dell’in_esistenza di Dio, che sta di fronte alle dimostrazioni_epistemiche. Egli dice: …
 
poichè il non_essere [= nulla] non è [non esiste], tutto ciò che esiste, esiste dall’eternità e per l’eternità. il granello di polvere o di sabbia è eterno ed è eterna la sua [apparetemente insignificante] configurazione e modificazione spazio_temporale [divenire_orizzontale, o relativo all’apparire]. Poiché [in base al principio_classico (pre_epistemico) di non_contraddizione: PCNC] non ci può essere passaggio dell’ente dal non_essere [= nulla] all’essere [orizzonte dell’apparire] e dall’essere al non_essere [= nulla], “tutto è eterno”, cioè già da sempre esistente, e quindi la libertà e il Dio_Creatore_dell’essere_dal_nulla non possono esistere, perché la libertà [dell’uomo, come di Dio] e la creazione dell’essere dal nulla comportano quel passaggio [dimostrazione dell’in_esistenza di Dio/del Dio_Creatore_cristiano], passaggio in base al quale:
 
1.] il nulla si fa essere e l’essere si fa nulla;
2.] l’ente si fa diverso da ciò che è [ciò che contraddice il principio_di_non_contraddizione: PNC].
 
si ritiene che solo Severino possa confutare il neo_parmenidismo.
il soggetto_espositore può solo mostrare una possibile via di critica delle tesi severiniane:
 
1.] il principio [l’esistenza, l’essere] è uno, ma in quanto auto_principio [auto_fondamento], esso è anche, sia pure subordinatamente, doppio: esistenza = l’esistenza_esiste [esistenza = esiste] [l’essere_è] = esistenza_esistenza [doppia_esistenza];
2.] ma l’esistenza doppia è alterità dell’esistenza a se stessa, e quindi auto_differenza [differenza_protologica], dove l’esistenza e l’esistenza dell’auto_esistenza_doppia sono totalmente identiche, quindi totalmente doppie, quindi totalmente reciprocamente “altre” e quindi totalmente reciprocamente differenti quindi totalmente reciprocamente opposte e negantesi [fondamento originario del molteplice e delle differenze, tutto ciò tratto dall’identità, tratta a sua volta dall’auto_fondamento s_doppiantesi: l’essere_è];
3.] allora, l’esistenza_doppia è in_esistente a se stessa;
4.] tale relazione_logico_astratta di in_esistenza viene esistenzializzata in un ente_essente: il nulla, il quale è quindi una forma e un modo di essere [il nulla come struttura dell’esistenza];
5.] il passaggio_severiniano [nel senso di rilevato, denunciato e negato da Severino] dell’ente dal nulla all’essere e dall’essere al nulla significa quindi passaggio dell’ente [e, prima, dell’esistenza_pura stessa, per auto_fondarsi/un’auto_fondazione complessa, e ciò è problematico] dall’esistenza/nulla all’esistenza/essere e dall’esistenza/essere all’esistenza/ nulla, dove [come detto] il primo ente che passa è l’esistenza stessa, per auto_fondarsi, ovvero nella sua fase_originaria di auto_esistenzializzazione [= divenire]: struttura originaria del principio: essere, nulla e divenire;
6.] in base alla riforma del PNC [definito come principio_epistemico di non_contraddizione: RPNC o PENC] [sesta dimostrazione], l’ente si s_doppia e nel suo doppio si conserva l’invarianza della configurazione passata: l’ente [3] passa dal nulla [luogo: 1] all’essere [luogo: 2] e dall’essere [luogo: 2] al nulla [luogo: 3], conservando [s_doppiamento (PENC): un ente diventa nuovo; un ente, anche identico al primo, rimane ciò che era/è lo stesso ente, s_doppiato] il fatto di essere stato nulla [luogo: 1] ed essere [luogo: 2]/stati dell’ente: 1, 2, 3 insieme. Quindi, il divenire, la libertà e la creazione sono non contraddittori e possibili.
 
L’unico problema aperto [che è lo stesso che anche Severino ha affrontato, quello di un Socrate nello stesso momento giovane e vecchio] per l’episteme, in tali ipotesi, è che, pur [ad esempio] essendo la memoria l’esistenza passata come eterna, io non sono più quello stato passato, ora in memoria. Questa è viva, perché in essa il passato è eterno, ma lo è non nel modo in cui fu presente, bensì in modo diverso: non si può quindi parlare di una reale eternità [autentica] del presente [ora godo, ora soffro, ora godo, ora soffro: ma mai ora godo_passato e soffro_passato insieme al godimento_... o alla sofferenza_presenti e …_future][nella memoria, anche “viva”, l’apparire_passato continua ad esistere, anche a “farsi sentire”, ma mai nel modo precedente: esistenza in_autentica del passato, rispetto/relativamente al presente].
 
qui si dice questo: la via della confutazione della filosofia di Severino sta nella differenza protologica: nell’assoluta differenza dell’esistenza_principio da se stessa [in quanto auto_identica/s_doppiata/auto_altra]. Essa fonda il divenire come realtà positiva e assoluta, che sta nel suo luogo_logico_naturale [e di cui il caos solo “partecipa”]: non tutto è divenire, e solo poco è caos.
 
 
nota
 
il caos nelle realtà divine sta nel suo luogo_naturale e non interferisce con Dio [sta nel suo inconscio]/esso però attanaglia l’uomo, perché il Creato è derivato interamente dal caos e dal nulla.