LA RELIGIONE COME NECESSARIA FORMA DI ALIENAZIONE
 
posta la dottrina del male, l’uomo incorpora l’idea di Dio.
ci si è ricordati di uno schema pensato molto tempo fa [lo si cita nella mappa metafisica]: l’anti_Dio [termine che è privo di connotati morali: esso non è un “anti_cristo”].
Si è detto che l’ateo concepisce se stesso come “dio”, non come “Dio” [mai l’uomo ha preteso di essere grande come una galassia/l’episteme accoglie il pensiero di Severino secondo cui l’uomo ha proporzioni infinite (paradigma della “rete estesa come il male” applicato all’uomo), ma tale pensiero è subordinato alla dottrina degli ordine di infinito (…) m44, per cui l’infinità dell’uomo non è l’infinità di Dio, e (per tornare all’esempio) di una galassia].
Si è detto che l’uomo è effettivamente “dio” [“voi siete dei”: Gv 10, 34]: esiste quindi “dio” e “dio”: il primo è quello rapportato a Dio, il secondo è quello rapportato all’anti_Dio, che è la sagoma della riproduzione dell’im_pronta di Dio nel Creato [im_pronta non metaforica: vera im_pronta di Dio, cioè suo ricalco].
In altre parole, la matrice del male riproduce Dio nell’uomo in modo che l’uomo si rapporta a questo Dio [anti_Dio], e non a Dio: l’anti_Dio è la simualzione di Dio, e allora la struttura_originaria di Severino è la simulazione della vera_struttura_originaria: il destino di Severino è un destino_falsato.
Ciò spiega perché la religione è alienante [al di là delle condizioni di campo]: il pensiero, l’idea, la parola e la raffigurazione immaginativa, artistiche e schematica di Dio [metaforicamente] “penetra come una spada” nel cuore dell’inconscio dell’uomo, costringendo l’anti_Dio a separarsi dall’uomo: e ciò produce nella mente dell’uomo quella “torsione mentale” che porterebbe un ateo a “svenire” se gli venisse sottoposto l’odore dell’incenso di una chiesa o se semplicemente entrasse in una chiesa, e poiché tale è una condizione strutturale, i religiosi sono uomini necessariamente alienati e sofferenti, e così i soggetti_crisitano_cattolici che vanno a messa. La religione è l’annientamento dell’unione dell’uomo a se stesso, mediata dall’anti_Dio, che come una colla unisce l’uomo a se stesso e all’uomo stesso, s_doppiato e originariamenti riunito in senso peccaminoso [la stuttura_originaria è originaria anche perché segna l’originarietà del male e del peccato].
L’episteme è filosofia dell’annientamento [= sacrificio]. L’uomo deve affronatre la religione, l’uomo deve alienarsi: “chi si perderà [scinderà da se stesso], si salverà”: se l’uomo non si separa da se stesso, Dio non può sostituirsi all’anti_Dio, che associa come una colla l’uomo al nulla e al Caos [in senso non metaforico].
L’alienazione della religione non è eventuale [cioè, non è un elemento di s_convenienza, che sarebbe bene non ci fosse], ma necessariamente correlata all’essenza della religione intesa come funzione_penitenziale e sistema_penitenziale [la salvezza è una procedura, ed è procedura_tecnica: la liturgia cattolica è un sistema di procedure]: dove penitenza significa annientamento della soggettività dell’io, sovrap_posta a Dio e quindi totemica verso di Lui [l’uomo è costitutivamente l’annietamento di Dio, e Dio si difende infernalizzando la storia/come è stato dimostrato, necessariamente colpendo gli innocenti].
allora l’uomo [ateo o credente] deve essere religioso, deve scegliere l’alienazione, per salvarsi. La religione serve all’alienazione dell’uomo: “non mi sento”: la religione è la scelta del super_uomo: “non voglio, ma devo”.
la secolarizzazione è l’eticamente necessario processo di dis_alienazione dell’umanità della religione cristiana, perché:
 
1.] l’alienazione del fatto religioso non deve essere violenta … [alienazione_negativa] …
2.] … ma salubre [alienazione_positiva].
 
L’uomo che va a messa o che sceglie la vita religiosa non deve solo dire “lo faccio perché mi va bene”, ma dovrebbe piuttosto dire “devo farlo perché è la procedura corretta”, ed affronterà la necessaria alienazione, in quanto questa è costitutiva del fatto religioso, posta in esso come il suo obiettivo_massimo
: “perché Dio possa entrare in me, io devo in_frangermi, e la religione mi scinde, mi separa da me stesso, mi aliena, mi spacca, per essenza: io decido il mio sacrificio”.