proposizioni sulla funzione ipostatica, con esemplificazione riguardante il volto di dio/
con posizione di problema riguardante l’estasi di dio
 
1.] alcuni principii epistemici [sufficienti a confutare il neo_parmenidismo], nella considerazione di dover dare giustificazione razionale a ciò che esiste e a ciò che può esistere, sia rispetto alla realtà_necessaria [l’essere_è/principio, sua struttura e sua strutturazione, che è l’Intero fino a dio], sia rispetto al creato, hanno detto che può esistere solo ciò che è funzionale allo sviluppo del principio [ad esempio, le causazioni interne al caos (da cui è provenuto il creato) sono funzionali in quanto esistenti, ma non funzionali secondo la forma: esse sono senza forma].
2.] con la creazione dio ha reso funzionale al principio l’esistenza del creato, la cui esistenza prima della creazione non era ad esso funzionale/necessaria/funzionale al suo sviluppo. come ha fatto ?
 
a.] funzionale era la previsione di un creato [funzionale al più che perfezionamento/completamento di dio];
b.] funzionale è stato il dolore/sacrificio divino della creazione [la libertà e la volontà divine, e la loro espressione, sono funzionali];
c.] posto tale sacrificio divino creatore, il principio lo ha codificato come esistenzializzazione del creato funzionale alla trasformazione del dolore di dio in nuova esistenza per il completamento di dio con l’uomo [se salvato] [i dannati sono “scarti”, la cui esistenza e distruzione è funzionale al perfetto ricordo/identità_biografica delle anime_beate] [funzionale al principio è una sola creazione].
 
esemplificazione riguardante il volto di dio
 
1.] gli uomini vanno e vengono, e vivono nella realtà_virtuale, i loro volti mutano, sorridono, piangono, muoiono e subiscono la corruzione della forma: non così è per il volto di dio, la cui forma è immutabile, perché tutto il volto di dio e la sua immutabile espressione [con gli occhi aperti] è ipostatica, cioè funzionale allo sviluppo del principio.
2.] l’etica è salvezza, perchè la sua rigidità [rigido è il comportamento etico] consente al principio di codificare [con la mediazione di dio] l’uomo in funzione ad esso “funzionale”/ipostatizzante, nel senso che l’uomo ha molte espressioni, ma nella rigidità della virtù [che immobilizza l’uomo nella crocifissione del lavoro e dello studio] l’uomo prepara la sua “maschera eterna”, come quella di dio, il volto paradisiaco dell’anima_beata che non muta [queste proposizioni sono di razionalità epistemica, non letteraria/poetica].
 
nota/posizione di problema riguardante l’estasi di dio
 
allo stesso modo del volto, in dio la sua estasi è anch’essa ipostatica/funzionale al principio: come può quindi essere stata interrotta per creare ? [nella castità di dio]. la creazione dura un solo istante, ma costituisce pur esempre una rottura nella continuità estatica divina, che è funzionale al principio. la creazione avviene nella realtà_virtuale, l’unica manipolabile da parte di dio. la creazione non è di realtà_virtuale [il creato è vera esistenza e vera realtà, è essere dello stesso tipo dell’essere di dio: muta, tra i due esseri, il loro rapporto con il principio, mediato da dio per il creato], ma avviene nella realtà_virtuale manipolabile. si può ipotizzare che sia stata una rottura della continuità al livello di estasi di tipo virtuale, di quel tipo di estasi divina, che solo dio può manipolare, sostituendola, istantaneamente, con il suo dolore/sacrifcio creativo.