proposizioni sull’approccio epistemico allo studio di dio
1.] il realismo epistemico ha trasferito su dio il rapporto che l’uomo ha con la sua realtà/con la realtà che lo circonda.
2.] se questa realtà è necessaria [cioè non è quella dell’uomo], dio è semplicemente un soggetto che si trova a rapportarsi alla realtà_necessaria, come l’uomo al mondo, alla storia e alla tecnica [una analogia alla rovescia].
3.] ecco quindi l’ipostazione scientifica dello studio di dio: analisi di come questo soggetto si rapporta ed è connesso/collegato ad una realtà_esterna [necessaria e geometricamente perfetta].
4.] a questo punto l’episteme ha preso un modo particolare del rapporto tra uomo e mondo, per trasferirlo su dio: il kantismo, e ne ha tratto le conseguenze per l’uomo.
5.] se anche per dio esistono un noumeno e un fenomeno, essendo il verbo la conoscenza, il verbo sarà l’apparato categoriale di dio, che filtra il noumeno. e questo per dio sarà la realtà_esterna_necessaria, di tipo non caotico, ma ordinata, che pone dio e lo pone come capace di conoscere la realtà nomenica nella realtà fenomenica, metafisicamente [trattandosi di dio].
6.] tutto ciò poi viene ritrasferito sull’uomo: se dio può conoscere metafisicamente il noumeno e la sua struttura nel fenomeno [e nel linguaggio-verbo-figlio], così l’uomo in cristo.
7.] dio è quindi circondato dal suo mondo, ma lo trascende, come secondo il card. ruini l’uomo sta nel mondo ma lo trascende. infatti, kantianamente, il mondo stesso è calibrato strutturalmente sugli schemi dell’uomo: è il divenire hegeliano di dio che opera il filtraggio [divenire] kanitano del noumeno operato dal verbo, trasformato questo noumeno in fenomeno, appunto hegelianamente.
8.] la trascendenza di dio viene epistemicamente intesa nei modi seguenti:
 
a.] come tradizionale differenza tra dio e creato;
b.] come capacità di dio di commensurare l’infinito, in cui dio è scomposto e lungo cui dio è disteso [trascendenza divina come iper_infinità]/e di commensurare l’infinità spaziale della realtà_necessaria [cristo_dio come epi-steme coprente l’Intero dell’essere];
c.] auto_trascendenza: si è immaginata una “fuga di dio da dio a dio”, fuga come termine e immagine presi dal linguaggio musicale e interpretato in senso spaziale. la trascendenza è questa “fuga verticistica di dio” sulla realtà_necessaria.
 
9.] l’immanenza di dio viene epistemicamente intesa come:
 
a.] carne e corpo di cristo;
b.] livello di identificazione panteistica di cristo con il suo mondo, eterno, livello che si manifesta nel creato, attualmente, solo nella particola eucaristica. l’attenzione scrupolosa con cui il sacerdote tratta le particole mostra la stessa attenzione con cui l’episteme tratta il paneismo cristico: lo concepisce entro limiti particolari, per cui si dice che il panteismo non esaurisce dio, ma costituisce un attributo di dio, attualmente sospeso [cioè non applicato] sul mondo creato.
 
10.] ecco dunque il modo con cui la teologia_epistemica si rapporta a dio: come a un “corpo” [il soggetto necessario, calato in una realtà_esterna e circondato da essa] da studiare in modo scientifico e razionale [biologicamente e psicologicamente], tenuto conto della rivelazione [fede].
11.] per studiare e conoscere dio scientificamente l’uomo non prende “in prestito” le categorie della scienza: sono queste le categorie con cui dio conosce se stesso, e che l’uomo ha preso “in prestito”, da dio, per studiare se stesso.
12.] gesù dice: “vi dico che molti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete”. cosa intende dire ? una spiegazione può essere la seguente:
 
a.] in base ai principii della metafisica_epistemica, nella realtà_necessaria esistono il principio [archè] di talete, l’infinito di anassimandro, il fuoco e logos di eraclito, i numeri di pitagora, gli atomi di democrito, l’uno di platone e di plotino, ecc../ma tutto ciò è in_organico, e deve esistere l’omologo anche in termini di soggetto_pensiero, le cui dimensioni sono epi-stemiche [coprenti l’Intero dell’essere]: esso è cristo_verbo_logos_episteme/dio_figlio.  
b.] quei “molti” sono appunto i filosofi greci e i diversi sapienti della storia della filosofia, che hanno cercato i principii della realtà [necessaria e creata], ma non avrebbero creduto che essi erano anche in forma di soggetto_vivente, e che questo un giorno si sarebbe “miniaturizzato” e incarnato, in forma umana, per vivere tra gli uomini come “amore”.
c.] dio_figlio non è dio_padre: tutto ciò che rende grande il padre si trova prima, originariamente, nel figlio [che completa se stesso trinitariamente dopo la generazione dello spirito_santo], che è la sintesi della realtà [compresa la tecnica], in forma di soggetto_vivente [e amore] [episteme]: per questo gesù ha detto che i sapienti, senza saperlo, stavano cercando proprio lui, che invece ha preso l’iniziativa di manifestarsi all’uomo.
 
13.] dio_figlio è l’Intero in forma di soggetto. come detto, l’uomo in terra non può creare in senso artistico. questo dio ha già previsto tutto ciò che l’uomo avrebbe creato in forma artistica, e per consentire la libertà, anche demoniaca [possessione] dell’uomo, ha prodotto nella mente umana le categorie dell’umorismo, delle perversioni [aggressive e sessuali], delle cattive parole [dio ha creato le bestemmie e, ad esempio, tutto ciò che i giovani possono scrivere nei bagni delle scuole], ogni carattere e personalità umana, ogni gesto e sfumatura, tutto previsto e pre_creato da dio. perciò si può dire che nessuno uomo e nessun evento storico sfugge alla comprensione di dio di ciò che l’uomo è nel suo profondo.