differenza tra la concezione della teologia e della metafisica classiche [pre_epistemiche] e l’episteme
 
1.] il modo di impostare il rapporto tra l’uomo e la realtà non è, nella filosofia cristiana classica [pre_epistemica] riassuntivo dell’intera storia della filosofia, ma è peculiare dell’impostazione di tale filosofia, che adotta lo schema tripartito. questa peculiarità è però generale anche per il pensiero moderno, anche per quello agnostico e ateo, che solo con essa si confronta.
2.] esistono in tale schema dio, il mondo e l’uomo:
 
a.] il mondo e l’uomo sono definiti il creato/la creazione [impostazione teologica],
b.] e la metafisica si riduce a conoscere l’essere del creato come forma di essere, appunto, creato [cioè, ad esempio: l’atomo è materia che “esiste”: la metafisica classica si limita a dire che questa esistenza della materia è di tipo “creato”].
  
3.] questa impostazione, essendo ogni altra della filosofia [ad esempio il platonismo] considerata superata dalla storia, viene adottata anche dalla cosmologia atea, che tralascia dio, e considera il mondo come una immensità cosmica [gli infiniti universi del multiverso, gli infiniti multiversi, ecc.], nella quale l’uomo e la terra sono leopardianamente sperduti, smarriti e collocati a caso [senza un senso].
4.] l’episteme opera una ri_centratura del pensiero, adottando lo schema quadripartito [mondo_non_creato, dio, mondo_creato, uomo], in cui la metafisica è lo studio innanzitutto del mondo_non_creato, in cui dio è posto al centro.
5.] la metafisica non è più così la dottrina dell’essere creato, ma diventa la scienza della realtà vera.
6.] dio è una parte [anche, forse, solo infinitesimale] della realtà vera, di cui dio è il centro metafisico.
7.] il creato, concepito epistemicamente come infinità rispetto all’uomo, viene considerato invece infinitesimale [un “punto”] rispetto a dio che lo ha creato. quindi, secondo lo schema quadripartito, si ha che:
 
a.] mondo_non_creato_infinito rispetto a sotto;
b.] dio infinitesimale rispetto a sopra;
c.] dio infinito rispetto a sotto;
d.] creato infinitesimale rispetto a sopra;
e.] creato infinito rispetto a sotto;
f.] uomo infinitesimale rispetto a sopra.
 
8.] dio è definito non come un essere straordinario, ma come il soggetto ordinario [= “normale”] dell’essere vero.
9.] “standard_normale”, come aggettivo impiegato dall’episteme per descrivere la realtà vera, che è come lo “spazio” all’interno di cui dio vive, suo centro, significa che il rapporto tra dio e questo “spazio” è rigorosamente definibile [anche dimostrabile] e definito, posto dalla necessità in uno e un solo modo [= standard], la quale detta così anche il modo, unico e necessario, del rapporto tra le anime [gli uomini di oggi], dio e il paradiso, rapporto che detta e pone le condizioni del creato attuali, e della vita umana attuale [dimensione_terrena] per avere la salvezza, condizioni su cui dio non può interferire, e che pongono ad esempio la necessità delle opere per avere la salvezza.
10.] [secondo il punto 7.] il creato è piccolo rispetto a dio, dio è piccolo rispetto alla sua realtà [di cui è il centro, come punto di convergenza delle strutture evolutive della realtà_necessaria], l’uomo è piccolo rispetto al creato.
11.] il creato è suddiviso in tre livelli:
 
a.] il livello dell’anti_dio, immediata e perfetta riproduzione di dio e della sua realtà;
b.] il livello di cosmo_adamo, in cui il disegno intelligente divino inizia a interferire con la normalità dell’evoluzione [lineare_a_temporale_spirituale e ciclica_temporale_materiale];
c.] il livello dell’uomo [l'universo apparente, reale e virtuale].
 
12.] ciò che si è inteso dire è che nell’episteme la metafisica, da scienza dell’ente creato [come nella metafisica classica], che studia la sua sostanza esistenziale come creata, diventa ora la scienza della realtà vera, che porta l’uomo in un mondo tutto diverso da quello [creato] che l’uomo conosce, e al tempo stesso ad esso simile, perché il mondo creato è copia [in senso platonico] del mondo divino, quest’ultimo vero “mondo”, con ad esempio:
 
a.] lo spazio [esteso] perfetto;
b.] il tempo perfetto;
c.] il molteplice perfetto;
d.] il computer perfetto, usato da dio;
e.] la libido perfetta;
f.] ecc.
 
13.] come è stato detto, la differenza tra l’episteme e il platonismo sta nel concetto epistemico di “idea”:
 
a.] per platone l’idea è ad esempio non uno spazio esteso usato da dio, o in cui dio si muove, o una funzione [in cui dio è rigidamente incastonato], cioè un concetto “vivo e funzionale”, ma un modello “fermo”, quasi una “statua statica”, che in realtà non serve a nulla, perché servirebbe solo per essere modello del creato, ma, senza il creato, appunto il suo modello non serve a nulla. è questo [quello platonico] un concetto “retorico” di perfezione, ad esempio evidenziato dal fatto che platone considera il molteplice “imperfetto” in quanto molteplice.  
b.] nell’episteme il concetto di idea è invece “vivo”, perché essa svolge una funzione specifica per la realtà vera [l’idea è cioè indipendente dal creato]: esistono

b1.] sia le realtà perfette estese [dette nell'episteme "ipostasi", come enti_estesi], usate da dio o funzionali a dio [come il computer perfetto], e anche il molteplice, perfetto, come la scomposizione ubiqua di dio o il multiverso divino,
b2.] sia i loro modelli [idee platoniche in senso stretto:
"idee", come enti_concentrati], che non sono funzionali al creato, ma sono la riproduzione delle realtà precedenti [estese], fatta per essere introdotta nella mente di dio e nel suo computer [rispettivamente: concetti e processori]. dio, poi, si serve per creare, non agendo sulle realtà estese, usate da dio o funzionali a dio, ma appunto [come dice platone] si serve di questi modelli, i quali però nell’episteme non servono per il creato specificamente, ma per la realtà necessaria.

c.] così ad esempio esistono sia il paradiso e l’inferno non creati, sia il paradiso e l’inferno creati, questi copia dei primi, e il paradiso e l’inferno non creati servono per dio, non per le anime create:
 
c1.] il paradiso serve a dio come trono della tecnica in cui dio [del livello concentrato: dio come punto organico] è innestato;
c2.] l’inferno serve a dio per la stessa ragione, per il livello del corpo_carnale di cristo.
 
d.] così per l’anime create, anch’esse aventi due nature. quindi, ad esempio, la funzione dell’inferno è positiva principalmente [le anime_dannate sono le anime che hanno le due nature capovolte rispetto a dio, alle anime_beate e al rapporto corretto tra le due nature e il paradiso e l'inferno, loro luoghi naturali d'innesto].
 
14.] come si vede da queste considerazioni, nell’episteme il platonismo è attuale e vero. l'episteme [= neo_platonismo_cattolico] opera il recupero [trinitario] del plotinismo, all'interno del platonismo, dinamizzandolo. come detto, questi sistemi sono oggi rilevanti, perchè è stato correttamente posto il dimensionamento quantitativo, di tipo "spaziale_dimensionale", tra realtà_necessaria e creazione, di cui al punto 7.].