considerazioni sul giudizio universale e la legge di hume
[27/08/2008]
 
1.] il punto di vista epistemico sul giudizio universale non è religioso, ma scientifico: esso serve a dio per distanziare opportunamente le anime da se stesso, in base alla struttura della loro identità paradisiaca, che si è costruita in terra in modo più o meno puro, in relazione alla compatibilità della purezza umana rispetto a dio.  
2.] tenuto conto del giudizio universale dal punto di vista filosofico [epistemico], la legge di hume appare chiaramente come un errore speculativo.
3.] secondo il dizionario di filosofia di abbagnano, la legge di hume è “… il principio critico che vieta il salto logico tra fatti e valori, descrizioni e prescrizioni”, ovvero essa è “… il divieto di derivare conclusioni morali da premesse fattuali, cioè il dover essere dall’essere”. si vuole con la legge di hume escludere che un dato sistema di pensiero possa trarre norme e valori da una certa descrizione e concezione oggettiva della realtà, negandosi con ciò la derivazione della prassi dalla teoria, e quindi il fondamento dell’etica su una data concezione dell’essere.
4.] invece il giudizio universale trae conclusioni morali da realtà fattuali:
 
a.] se si pratica il bene [dover essere/valore/attuazione della norma-morale], si ottiene un premio [dato di fatto/essere].
b.] se si pratica il male [assenza di dover essere/disvalore/trasgressione della norma-morale], si ottiene un castigo [dato di fatto/essere].