determinazioni sull’essenza dell’apocalisse
[19/10/2008]
 
1.] a un certo punto della storia, dio quasi priva del suo aiuto l’umanità, perché questa è chiamata a scegliere in modo autonomo se vuole consentire a dio di salvarla, cioè di perfezionarsi con essa. nel film/cartone “robots”, il padre-robot del giovane-robot protagonista gli dice al telefono: “dipende solo da te”. l’apocalisse è il momento storico in cui si costituisce il super_uomo, cioè l’uomo che, quasi privato dell’aiuto di dio, ed anzi lottando contro dio [gn 32, 29], sceglie in modo autonomo la propria salvezza. l’apocalisse è l’alba dell’umanità rinnovata, in cui emerge il super_uomo come l’uomo_nuovo, forgiato dall’impegno del dovere quotidiano. questo rinnovamento avviene all’insegna della libera autodeterminazione nella fatica del lavoro e dello studio.
2.] la storia dell’umanità viene a dividersi [mt 13, 44a; mt 11, 12; mt 13, 44b], perché la lotta dell’uomo contro dio [gn 32, 29] guadagna all’uomo, prima del regno mistico della religione, il tempo della civiltà della tecnica [mt 13, 44; mt 11, 12], nei cui frutti edenici [l’eden del mercato_globale] l’uomo può liberamente sperimentare il paradiso_celeste, in una condizione protetta da dio, perchè co-decisa con lui. in un momento della storia, l'umanità deve poter sperimentare il paradiso, per la costruzione terrena biografica della sua identità psichica paradisiaca.
3.] la condizione originaria dell’uomo e quella paradisiaca è quella del bambino [lc 18, 17], il cui orizzonte di vita è totalmente esaurito dall’attaccamento ai genitori [dio_padre] e dalla sperimentazione, fonte di gratificazioni, della realtà circostante [paradiso]. ma la creazione [in relazione alla necessità] ha strutturalmente, meta_storicamente e storicamente separato il padre dal figlio [gv 16, 28] e martirizzato il figlio. ciò comporta, biograficamente, per ogni uomo l’abbandono del proprio genitore [gn 2, 24], e così anche l’abbandono di dio, in una solitudine, in cui dio si fa vicino nella fede e nel bisogno [quel bisogno, dalla paura di cadere nel baratro, che porta il bambino a stringersi fortemente, ad aggrapparsi al genitore], solitudine in cui l’uomo trova solidarietà nella famiglia e nella società, e può svolgersi l’adempimento del proprio sacrificio quotidiano, condizione per l'assimilazione al creatore.