proposizioni sul rapporto tra vita quotidiana e mondo soprannaturale
 
1.] la vita quotidiana è apparentemente banale, la vita soprannaturale, divisa dalla prima dalla morte, appare speciale.
2.] ogni forma di arricchimento artificioso della quoditianità appare come interferenza/presenza del soprannaturale nel naturale: il “mito della doccia”, della discoteca, della guerra, della ricchezza, l’innamoramento e i figli, l’educazione, l’istruzione, il culto dello stato [cosiddetta religione civile], e altre determinazioni, esse arricchiscono il quotidiano [associandovi il riconoscimento, la fama, la gloria, il successo], quasi portando l’al di là nell’al di qua.  
3.] questa interferenza è un processo demoniaco, che deve storicamente svolgersi in modo ordinato, e orientato alla glorificazione dell’uomo che sia terrena come anticipazione di quella celeste.
4.] ciò, ad esempio, avviene a tutti i livelli istituzionali, nel protagonismo della classe insegnante e nel riconoscimento della classe politica e imprenditoriale.
5.] fenomeni pubblici come corruzione e privati come evasione sono spiegabili secondo due considerazioni:
 
a.] in questo sito, forte di un ottica epistemica, e quindi naturalmente teologica, si è trascurato che gli uomini del tempo attuale sono nichilisti, disorientati e alienati [cioè secolarizzati]: essi non si sentono sottoposti al giudizio di dio e al suo sguardo fonte di riconoscimento, per cui, in assenza del senso dell’azione pubblica [cioè in presenza di un concetto distorto di riconoscimento], l’uomo cerca di realizzare il paradiso in terra, anche rubando per arricchirsi, e non vivendo nella prospettiva dell’al di là.
b.] l’evasione fiscale è un comportamento “furbo”, tipico di un uomo che non si sente sottoposto al giudizio di dio, perché è un uomo secolarizzato, vivendo come se dio non esistesse. in questo modo, quest’uomo non comprende perché egli è in vita: la vita è un passaggio, nel quale si è giudicati adatti o non adatti al paradiso: l’uomo che evade è giudicato non adatto al paradiso, e nuoce quindi a se stesso.