proposizioni sul carattere della filosofia cristiana tradizionale come forma di idealismo trascendente
[23/08/2008]
 
secondo la filosofia cristiana tradizionale, il creato è un pensiero di dio. questa concezione non è frutto di una data interpretazione dell’ontologia metafisica, ma è la conseguenza necessaria del problema posto dal realismo, per cui la teologia cristiana tradizionale appare realmente come una forma di idealismo, di tipo trascendente, in cui dio è pensiero, e il creato, distinto da dio, è un pensiero di dio. il creato infatti non potrebbe avere una esistenza autonoma da dio, perché, come dicono husserl e kant, essendo dio, e solo dio, l’esistenza/essere immutable, ogni ente che avesse una esistenza autonoma da dio sarebbe trascendente rispetto al soggetto [dio e uomo], cioè per esso un noumeno inconscibile, in quanto esistenza distinta/differente/diversa/altra dal soggetto, e per questo da esso non commensurabile conoscitivamente, perché conoscere significa identificarsi [così il creato è conosciuto solo come pensiero di dio, cioè come parte di dio stesso, un panteismo, in cui però dio è sempre distinto dai suoi pensieri, come l’uno di plotino dalle sue emanazioni].
l’aver posto epistemicamente un principio di dio, altro da dio, implica una forma di realismo assoluto, la cui conseguenza è di definire un “trono” [il “cielo”] distinto da dio, che pone su se stesso, in modo certo e stabile [necessario], dio [essendo questo “trono” - i “cieli” - il fondamento di dio] [è il trono del paradiso].
ma se esiste un essere distinto da dio [il noumeno per dio], come può dio conoscerlo ? lo conosce secondo kant, husserl, hegel e gentile. questa è l’essenza corretta dell’idealismo cristiano di tipo trascendente [di cui si fa portatore il magistero ecclesiale, dicendo “dio è il cielo”]: la realtà esterna a dio [il “cielo” eterno e il creato, distinti da dio] viene in dio e da dio riprodotta, secondo l’intuizione intellegibile kantiana e hegeliana, e così dio conosce il noumeno [esterno a dio] nel fenomeno [interno a dio], fenomeno che è esatta e soggettiva [secondo husserl] riproduzione soggettiva del noumeno [oggetto], per essere soggettivamente conosciuto, da dio e dall’uomo, dentro dio.