determinazioni sulla repubblica
 
1.] si precisa che l’uso della bibbia in un testo scientifico non è corretto. in questo paragrafo la bibbia è utilizzata per integrare l’argomentazione, in sostituzione di proposizioni concettuali, al fine di renderla più efficace.
2.] nel passo biblico mt 20, 20-28 si legge …
 
a.] … allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: “Che cosa vuoi ?”. Gli rispose: “Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno”. Rispose Gesù: “Voi non sapete quello che chiedete … non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio”.
b.] Gesù … disse: “I capi delle nazioni … dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”.
 
3.] questo passo biblico cita il “potere” delle nazioni, cioè il concetto di sovranità, per cui è lecito associare la richiesta dei figli di zebedeo alla concezione epistemica del diritto e dello stato. infatti il potere serve per ottenere un vantaggio. il vantaggio ricercato dall’uomo è sempre la santità, cioè la maggiore vicinanza a dio in paradiso, come quella che i due fratelli chiedono a gesù. quando nella dimensione terrena un uomo cerca il successo e di diventare importante, lo fa per corrispondere ad una immagine migliore di sé: inconsciamente egli cerca la santità [psicologia del soprannaturale].
4.] riguardo al paragrafo PTF144.html_[], si osserva che gesù pone una distinzione tra servo e schiavo. è quindi evidente che mentre la democrazia attribuisce potere e sovranità al popolo, un potere questo che è quello dei “capi delle nazioni”, dato a ogni cittadino, gesù indica la via per ottenere il fine del potere [la potenza e il dominio sul paradiso come sulla terra] nella rinuncia al potere, che è la condizione del servo e dello schiavo. tale condizione non riguarda solo il potere della chiesa.  
5.] non si ritiene che questo passo biblico valga per la chiesa ma non per lo stato: gesù intende parlare del potere e del suo fine, che è la santità [vicinanza a dio], perché è naturale che un potere terreno, come domini sugli uomini, e che non procuri all’uomo il vero vantaggio, che riguarda il paradiso, ma che anzi lo allontani da dio come potere peccaminoso, è un falso potere. gesù indica in questo passo biblico l’essenza del potere e della volontà di potenza, che consiste nel servire il prossimo.
6.] questo perché [dice gesù nel passo biblico richiamato] è dio che stabilisce la gerarchia delle anime in paradiso, scelta che l’uomo può influenzare [divenendo “primo”] appunto diventando servitore [“ultimo”], cioè rinunciando al potere, che è la sovranità, per attribuire questo potere a dio, di cui i politici sono vicari. ne consegue che l’uomo deve rinunciare alla democrazia e alla sovranità, e il popolo deve attribuirla al leviatano secondo hobbes, cioè a dio e ai suoi vicari in terra, che sono i politici [secondo il potere temporale]. la scienza del diritto studia la sovranità, ma non ha riflettuto filosoficamente sulla reale natura del potere [la sovranità], concetto frainteso anche da severino. così, per il diritto l’attribuzione al cittadino del potere sovrano appare un fatto positivo, ma esso è in realtà anche un fatto negativo:
 
a.]  l’aspetto positivo della democrazia è che essa ha riconosciuto che ogni cittadino ha lo stesso potere del re. ogni cittadino è re, come in paradiso.
b.] l’aspetto negativo della democrazia [e di ogni forma di governo non epistemica] sta nella natura del potere, che, essendo temporale e statale, è attualmente proibito. infatti, come detto, il potere persegue lo scopo di avvicinare l’uomo a dio [se non, in terra, di sostituire l’uomo a dio], e quindi di condizionare la volontà e la libertà di dio, secondo la richiesa dei figli di zebedeo.
  
7.] nel passo biblico richiamato, si passa dalla richiesta dei figli di zebedeo non alla dottrina della chiesa, ma al “potere” delle nazioni citato da gesù, cioè alla dottrina dello stato: gesù, pur rivolgendosi ai suoi discepoli, cioè al potere spirituale della chiesa, parla quindi anche del potere temporale statale.
8.] il calvinismo conforta questo modo di impostare la questione giuridica del potere sovrano: la dottrina protestante della predestinazione è un modo in cui l’uomo ricerca l’essenza del potere, cioè della santità [della salvezza], associandolo alla ricchezza terrena. nel calvinismo è chiara l’associazione della maggiore santità alla maggiore ricchezza, cioè al maggiore potere.
9.] la società attuale è classista. essa è suddivisa in ricchi e poveri. la sua suddivisione è causata dal potere politico. nell’inconscio dell’uomo questa suddivisione classista della società riflette la gerarchia paradisiaca della comunione delle anime celesti. questa proiezione della terra nel cielo è un errore. dio stabilisce la gerarchia paradisiaca, e sulla terra la sua immagine deve essere strutturata da parte di un potere politico che sia espressione del potere di dio come dio in paradiaso stabilisce la gerarchia delle anime. dice infatti gesù: “molti dei primi saranno ultimi, e gli ulimi saranno i primi”, per indicare l’errore della proiezione nei cieli della gerarchia sociale terrena tra gli uomini, stabilita dalla democrazia, dall’economia e dalla tecnica. 
10.] l’essenza della repubblica è quindi la monarchia [come intende platone]. la repubblica è il territorio pubblico dello stato, che è il secondo corpo di cristo, su cui a nessun uomo è lecito esercitare il potere sovrano, perché è dio che stabilisce la gerarchia delle anime paradisiache, e quindi anche quella terrena, che deve essere sua proiezione: il potere monarchico riflette il potere temporale di cristo sul proprio corpo, dove abitano attualmente le anime terrene, e i politici esercitano questo potere in nome di cristo [“cristo regni”], cioè in posizione vicariale di cristo, per cui nessun uomo ha il potere, a cui l’uomo rinuncia, ma solo cristo ha il potere, anche in nome degli uomini.
11.] questa concezione si espone ad una critica, perché nel punto 1.] del paragrafo PTF149.html_[] si è detto che cristo attualmente è separato dal potere temporale: come può quindi esercitarlo sulla terra e sullo stato ? lo fa per il rapporto tra sistema epistemico dell’etica e sistema epistemico dell’olistica, che viene anticipato nel primo: la dimensione terrena prepara l’uomo al paradiso, e quindi lo deve imitare nella sua configurazione definitiva futura, nella quale cristo si è riunito al potere temporale: la monarchia epistemica è quindi una forma di anticipazione del paradiso.
12.] ma nel punto 17.] del paragrafo PTF149.html_[] si è detto che l’anticipazione terrena del paradiso equivale alla condizione del totalitarismo. occorre distinguere tra:
 
a.] anticipazione come simulazione sostitutiva, nella quale l’uomo anticipa il paradiso credendo di trovarsi realmente in paradiso [come lo vivono gli atei e gli agnostici nel paradiso della tecnica, nel quale essi non vivono in una prospettiva di morte e risurrezione, esaurendo le loro speranze nell’al di qua, e collocandosi al di là del bene e del male, cioè proprio come in paradiso].
b.]  anticipazione come proiezione imitativa, in cui il paradiso è anticipato ma nella consapevolezza che l’uomo non sta già in paradiso, ma solo ne imita le forme, anticipandole tenuto conto della dimensione terrena mortale, in cui l’uomo vive in funzione dell’al di là, e quindi al di qua del bene e del male, perseguendo eticamente la salvezza in senso cristiano.
 
13.] solo attribuendo a cristo, nella forma della monarchia platonica, esprimente l'essenza della repubblica, il potere sovrano dell'uomo, per lasciarsi guidare da cristo, e dai politici suoi vicari, l’uomo cittadino comune persegue la propria santità [la chiesa decide della salvezza, lo stato decide della vita]. il potere repubblicano, esercitato in nome di cristo dai politici [rivestiti di autorità dalla legittimazione del popolo, di dio e della chiesa], struttura la società in una elite e nel popolo, cioè in una gerarchia sociale terrena che sia immagine, anticipazione e proiezione, eticamente corretta [perché decisa da dio] della futura gerarchia paradisiaca della comunione delle anime.
14.] nel paragrafo PTF149.html_[] si è detto che il potere è sempre volontà di dominio, cioè potere egoistico, finalizzato a realizzare l’interesse dell’uomo. non può esistere un potere dell’uomo che sia vantaggio per un altro uomo [se non come potere spirituale della chiesa][definito nell'ossimoro "potere altruistico": poichè l'essenza del potere è egoistica, "potere" e "altruismo" sono termini opposti], essendo quindi il potere temporale statale proibito. esso intende influenzare la scelta di dio della gerarchia delle anime in paradiso, secondo al richiesta dei figli di zebedeo. ora ci si chiede qui, ad integrazione del suddetto paragrafo, se possa esistere una forma di potere inteso come reale servizio al prossimo. lo si esclude, sottolineando che il servizio al prossimo [potere altruistico] può costituirsi solo come rinuncia al potere e suo trasferimento a dio. si riportano a proposito alcuni esempi:
 
a.] quando un uomo fa del bene ad un altro uomo, spesso accade che l’uomo che ottiene il vantaggio si sente “obbligato” verso l’uomo che lo ha aiutato. in questo caso il servizio al prossimo viene interpretato come forma di dominio. per questo molti uomini scelgono di non essere aiutati. questa interpretazione del potere è corretta: a che titolo, infatti, un uomo può aiutare un altro uomo [gn 14, 23] ? solo se il potere dello stato è esercitato in nome di cristo, e tutti gli uomini rinunciano al potere attribuendolo a cristo, l’uomo può essere aiutare dallo stato, sentendosi libero e non dominato dagli altri uomini.
b.] nella società alcuni uomini dominano altri uomini [ad esempio, nel rapporto azienda-dipendenti]. quando un potere altruistico interferisce con questa forma di dominio, esso si oppone al dominio dell’azienda, e quindi la sua azione è una forma di dominio, sull’azienda. gesù, che dice ai figli di zebedeo di rinunciare al potere, dice anche di non opporsi al potere [mt 5, 41].
 
15.] questi esempi mostrano che anche il potere rivestito di altruismo verso il prossimo è una forma di dominio, come anche dice severino quando definisce l’amore una forma di violenza. il cittadino democratico può essere libero dal dominio [dominio inconscio sulla volontà di dio], solo rinunciando al suo potere sovrano.
16.] ma il potere sovrano è una componente essenziale e irrinunciabile dell’anima, esso deve sempre essere esercitato. il potere quindi lo si esercita correttamente [cioè in modo giuridicamente lecito, secondo il diritto naturale], nella forma della rinuncia ad esso [essendo proibito], attribundolo a cristo e ai politici, suoi vicari in terra.
17.] il cittadino esercita il suo potere tramite cristo:
 
a.] il cittadino ha il potere, vi rinuncia e lo attribuisce a cristo [secondo il principio del leviatano].
b.] cristo è vicario dei cittadini, e in lui e tramite lui essi esercitano il loro potere.
c.] i politici sono vicari di cristo.