proposizioni su alcune questioni relative al cristianesimo
prima questione
 
1.] all’interno della trinità il primato è del padre, e così il padre [nella sua solitudine] è l’ente più importante dell’essere.
2.] la religione del padre [l’unica che lo testimonia, e che quindi testimonia la verità] è il cristianesimo.
3.] ciò dà luogo ad un “paradosso del cristianesimo”: “cristianesimo” deriva da “cristo”, che è il fglio, eppure più importante del figlio è il padre.
4.] per questo, i documenti ecclesiali parlano del figlio [la teologia cristiana parla di gesù cristo] e non tanto del padre.
5.] il card. ratzinger [ora papa benedetto XVI], nel libro “rapporto sulla fede”, associa una certa crisi del padre alla psicoanalisi freudiana. essa ha inteso identificare la religione [e più oltre, severino, la verità] con la malattia dell’animo umano, e quindi far tramontare la religione e dio.
6.] ma il silenzio della teologia sul padre, non solo dovuto a freud, proprio grazie a freud si comprende essere causato da un sentimento improprio verso il padre, per cui la teologia preferisce il figlio, per inclinazione antropologica dei credenti, i quali si rivolgono a cristo e non al padre. è poi un limite della fede cristiana il rapporto di simmetria padre/madre e figlio/figlia, che essa [per corretti motivi religiosi] non conosce e non riconosce. per questo è essenziale l'apporto alla fede da parte della ragione, perchè dio non è innanzitutto un ente religioso [come deve intenderlo la chiesa], ma a rilevanza psico-terapeutica. per questo il vero volto di cristo [a cui non ci si rivolge come a un prete, neppure un prete] lo presenta lo stato, cioè la filosofia.
7.] questo silenzio sul padre è anche educativamente opportuno e necessario.
 
seconda questione
 
1.] il modo con cui la teologia presenta il figlio non è sempre appropriato, ma è anche necessario.
2.] la teologia ritiene che la rivelazione scaturisca dalle parole del gesù storico, dal quale quindi essa non prescinde e procede/parte.
3.] si arriva a pensare che il gesù storico sia una parte delle trinità calatasi sulla terra, comportando così una svuotamento della trinità, e che conseguentemente l’autocoscienza di gesù sia apparsa sulla terra e quasi si sia assentata momentaneamente dalla trinità. così il figlio di cui parla la teologia sarebbe dio “apparso in forma umana”, come uomo di proporzioni “piccole”.
4.] l’episteme invece studia un cristo che sta prima della creazione, ed esiste dall’eterno [anche in forma umana, di dimensioni grandi][gv 17, 5].
5.] questo figlio non cala sulla terra, perché, essendo la trinità struttura dell’essere, essa non può modificarsi. in cristo si incarna una sua parte.
6.] l’autocoscienza di gesù rimane a livello divino e trinitario, nel cielo. non esiste in gesù una doppia autocoscienza [divina-celeste e incarnata-terrestre]: il gesù storico è come una “marionetta” pilotata dall’alto, cielo dove sta la sua reale autocoscienza. cristo-celeste controlla gesù-terrestre dal cielo. l’incarnazione comporta nel cristo celeste anche una parziale “perdita di coscienza”. da ciò i limiti umani del gesù storico.
 
terza questione
 
1.] a questo punto è posta la questione del rapporto tra episteme [costruito dal mondo accademico] e sacra scrittura.
2.] la bibbia è un libro immanente, perché non è sufficiente che essa abbia dio per protagonista per dire che questo libro è trascendente. il suo argomento, a partire dalla creazione del mondo, è la storia e, in questa, gli uomini.
3.] l’episteme è invece libro totalmente trascendente, che parla di dio e della realtà necessaria, anche a prescindere dalla creazione.
4.] si pone quindi il problema di un possibile completamento della bibbia [cosiddetta "rivelazione pubblica"], la quale mostra come dio pensa e si rivolge agli uomini [illustra la personalità di dio, ineguagliata rispetto ai secoli], ma non dice quale sia la struttura organica, biologica e psicologica di dio, e non dice nulla sulla realtà necessaria, la cui esistenza l’autore sacro ignora, tacendo riguardo ai filosofi greci, nei quali il verbo si è manifestato nella sua forma più pura e speculativamente appropriata [nei vangeli appare un gesù "pedagogico", nell'episteme cristo appare come l'assoluto, di cui c'è presenza nella bibbia solo nel prologo al vangelo di giovanni, vertice speculativo della sacra scrittura].
 
quarta questione
 
1.] l’esegesi letterale della bibbia ha un significato che va oltre il fondamentalismo.
2.] dio ha dettato “parola per parola” la bibbia all’autore sacro, perché la bibbia esiste fin dall’eternità, come le opere e le creazioni dell’arte, che sono di dio, perchè l'uomo terreno non può creare nella dimensione terrena.
3.] si pensi al rapporto tra bibbia e episteme, con riferimento ad esempio alla narrazione degli accadimenti edenici.
4.] la critica moderna all’interpretazione letterale di tali accadimenti conduce ai seguenti risultati, verso i quali il magistero ecclesiale è attualmente indifferente [cioè ritiene possibile la seguente interpretazione]:
 
a.] adamo ed eva sono simboli, e non personaggi storici.
b.] la caduta da eden è solo un simbolo.
c.] l’abero della vita [e la mela proibita] sono simboli, moralmente e soteriologicamente essenziali, ma non necessariamente storici. non esisterebbe storicamente, ad esempio, l'albero "reale" della conoscenza del bene e del male e della vita. esso è solo un simbolo.
 
5.] l’episteme, partito dal libro della genesi, ne ha ricavato una filosofia che prescinde dalla bibbia, nel senso che la forza persuasiva di tali proposizioni seguenti non rimanda alla bibbia e al fondamentalismo:
 
a.] adamo ed eva sono macro-organi [cosmo-adamo e cosmo-eva], le cui proporzioni gigantesche [simili a una galassia o a un cosmo di proporzioni minori] derivano da quelle di cristo, che è dio.
b.] l’eden non è una regione del pianeta terra, ma è l’iperuranio platonico, inteso come regione celeste del creato [suo centro], a carattere tecnico [come le due girosfere, affiancate, nel film “il tagliaerbe”
[m234.html_[...]], in cui il rapporto tra realtà reale e realtà virtuale riproduce ciò che è accaduto in eden. nel film, un uomo e una donna indossano due tute virtuali: così adamo ed eva in eden].
c.] la caduta è vera caduta, cioè perdita energetica e dimensionale del corpo, come evidenziato nel film, svuotamento entropico come contraccolpo energetico all'introiezione della "fonte" edenico-iperuranica, oggi proiettata nell'idolatria della tecnica.
d.] la “mela proibita” è la fonte energetica, che oggi appare ad esempio come “punto omega” dell’universo [secondo l'astrofisica metafisica di tipler, che pone la trascendenza nell'immanenza].
 
6.] come si vede, l’interpretazione epistemica degli accadimenti edenici [e così del processo della creazione, alla cui analisi si dedicherà un paragrafo] opera una "trasformazione letterale" del testo sacro, senza essere fondamentalista o fantasiosa, avendo riscontri anche nella letteratura scientifica divulgativa.
7.] ne consegue che l’esegesi epistemica esprime la forma corretta e ortodossa dell’interpretazione letterale del testo sacro, la quale oggi è storicamente certamente espressione anche di non ortodosso fondamentalismo.
8.] le istanze speculative del creazionismo sono epistemicamente corrette, come messo in evidenza in precedenti paragrafi. l’episteme opera la corretta sintesi tra evoluzionismo e creazionismo:

a.] l’evoluzionsimo puro è appropriato per la realtà necessaria [cioè per dio].
b.] il creazionismo ha il significato della correzione divina dell’evoluzionismo [come azione tecnica di ingegneria cosmica e genetica: paradigma del “disegno intelligente”], in conseguenza delle proprietà e caratteristiche del processo creativo, a cui dio deve garantire uno “spazio appropriato” all’interno della realtà necessaria, che non può essere duplicata e replicata al proprio interno nel creato, senza un correttivo strutturale. tale è il creazionismo [forma di evoluzionismo derivato] rispetto all'evoluzionismo originario.

nota

un altro esempio di film che svolge una interpretazione letterale degli accadimenti edenici è "star trek. the motion picture" [m234.html_[...]], nel quale l'eden e la tentazione di adamo da parte di satana sono evidenziati nella scena finale. satana è in questo film raffigurato da "viger", mentre adamo ed eva sono il giovane capitano e la donna robot-sonda. in questa scena, viger esorta il giovane capitano a unirsi a eva e così a viger stesso, per l'incremento della "conoscenza" [scopo di viger, programmato per essa], con evidente richiamo degli accadimenti edenici. questo film non è una metafora simbolica dell'eden, a sua volta metafora simbolica, ma è la spiegazione di un modo concettuale [scientifico] di interpretare gli accadimenti edenici [in modo letterale].