il criterio veritativo della lettura inconscia, con alcuni criteri di codifica degli scostamenti dal pensiero veritativo
 
1.] la gnoseologia epistemica sa trarre [per adesso solo a livello di intuizione] la verità oggettiva di un testo dalla sua sola espressione.
2.] si osservano qui i testi delle relazioni al convegno CEI su “dio oggi. con lui o senza di lui cambia tutto” [luogo: roma/periodo: dal 10/12/2009 al 12/12/2009].
3.] la loro lettura evidenzia che sono discorsi che vogliono dire qualcosa.
4.] ciò è sufficiente per dire che ciò che essi dicono è vero.
5.] nel senso che l’uomo è parte dell’essere, e heideggerianamente si dice che nell’uomo che parla, essendo l’uomo parte dell’essere, anche l’essere parla e svela se stesso. [utilizzo di metafora] nell’uomo che parla della pietra è anche la pietra stessa che parla di se stessa, e dice la propria verità tramite l’uomo.
6.] se questa considerazione è vera [lo è per la razionalità epistemica, e anche in base alla metafisica epistemica, per la quale l’essere si riproduce/si duplica nel pensiero, per cui il pensiero conosce l’essere, e il pensiero stesso è essere], è un problema la necessità di distinguere il discorso vero da quello falso, posto che ci può essere del vero anche nel discorso falso, ad esempio se l’errore è capovolgimento del vero, e quindi lo contiene. 7.] questa distinzione può essere attuata attraverso opportuni criteri.
8.] alcuni sono stati dati nel paragrafo PTF409.html_[].
9.] per essi, un discorso è vero se [contemporaneamente] …

a.] massimizza la protezione dell’uomo.

b.] massimizza il suo desiderio.
c.] massimizza il suo impegno etico.

10.] si osserva che ...

a.] mentre la fede critiana rispetta questi tre criteri,
b.] il neoparmenidismo rispetta solo i primi due criteri.
c.] la concezione dell'evoluzionismo realizza solo il secondo criterio,
d.] mentre il creazionismo rispetta solo il primo e il terzo criterio.