integrazione al paragrafo PTF546.html_[...]: il concetto di autonomia del creato
 
1.] il creato non è attualmente autosufficiente dal punto di vista esistenziale. è autonomo. sarà autosufficiente esistenzialmente dopo l’apocatastasi e il suo innesto in paradiso dentro dio [per il nuovo rapporto che il creato instaura con il principio e la fonte].
2.] il creato è autonomo da dio e deve essere autonomo, come l’uomo deve essere libero. la libertà dell’uomo deriva dall’autonomia del creato.
3.] questi concetti riguardano la struttura del creato.
4.] dio crea dal nulla agendo sul principio. dio trae dal principio tutta una realtà [il creato] che si fonda sul principio, e come dio si fonda sul principio, per il fatto che il creato si fonda sul principio come dio il creato è autonomo da dio e l’uomo è libero [da dio]. il creato dipende da dio esistenzialmente solo attualmente, e in ciò consiste una delle cause del male. inoltre:

a.] l'uomo e dio provengono dal principio.
b.] le loro volontà sono quindi identiche.
c.] l'uomo proviene dal principio secondo il rapporto corretto tra uomo e dio, per cui il principio struttura la volontà dell'uomo come già posta per essere sequenziale alla volontà di dio [e quindi nella dimensione terrena, obbediente].
d.] ma [è questa un'altra causa del male] il principio origina l'uomo anche come direttamente simile a dio [entrambi originati dal principio], e quindi anche con una volontà, umana, che si sovrappone alla volontà di dio, origine della disobbedienza. è evidente quindi che l'uomo ha due volontà [es e super-io], che l'uomo è contraddittorio, e che sarà salvato da dio solo se l'io dell'uomo farà prevalere in se stesso l'obbedienza [sequenza decisionale paradisiaca corretta: prima dio poi uomo] sulla disobbedienza [sequenza decisionale terrena non corretta: prima uomo poi dio, o solo uomo, o uomo insieme a dio].

5.] come dio non dipende da altro, e si fonda sul principio, poiché il creato, pur fondandosi sul principio, dipende anche da dio [attualmente], nel creato è il male come condizione di dissimilazione dell'uomo rispetto a dio, in quanto dio non dipende da altro, mentre l'uomo dipende da dio [ciò che non è simile a dio].
6.] attualmente il creato ha quindi una condizione di parziale dipendenza da dio: ciò non determina l’uguaglianza dell’uomo a dio [ad esempio come obbedienza], ma proprio il male e la disobbedienza nell’uomo, perché, quando l’uomo [come in paradiso] si fonda sul principio e solo su di esso, allora è simile a dio [che non dipende da altro], e per questo [totalmente uguale a dio] obbedisce a dio [cioè la sua volontà è simile alla volontà di dio, perchè entrambi esseri incondizionati, con l'uomo posto dal principio dopo dio].
7.] l’uomo è libero e salvabile [la condizione di salvezza presuppone l'assimilazione] perché:
 
a.] deriva da dio ed è a immagine di dio.
b.] può essere salvato solo se è simile a dio [dio è libero quindi l’uomo deve essere libero per essere simile a dio].
 
8.] la condizione di libertà dell’uomo è quindi un dato strutturale e non morale. è anche morale come dover essere della volontà umana, che deve assimilarsi alla volontà di dio.
9.] la libertà dell’uomo è limitata dal male e viene “protetta” da dio.
10.] queste determinazioni vanno dalla struttura del cosmo alla psiche dell’uomo: solo se tutto il creato è indipendente dalla necessità e da dio, l’uomo, che poggia sul creato, può essere libero. questi concetti si collegano al concetto di isolamento del dio-focale dal campo dei molti dei, di “isolamento della terra” [secondo il neoparmenidismo]: il creato è tratto dal nulla e viene isolato da dio, perché l’uomo sia libero, poggiando essi sul principio e sulla fonte come dio. essi inoltre poggiano su dio e dipendono da dio [forse per questo il creato deve essere attualmente isolato da dio], perché sono sospesi sul baratro [tratti dal nulla], e ciò determina il male [la dipendenza è condizionamento]. questa dipendenza cessa con l’innesto apocatastico nel principio, nella fonte e in dio [1 cor 15, 24].
11.] la prova etica [cioè l’apocalisse nella vita interiore di ogni uomo] è un modo con cui dio fa emergere nell’uomo e dall’uomo la volontà salvifica, in modo che l’uomo sia libero perché indipendente da dio, cioè dalla volontà salvifica di dio: dio vuole la salvezza dell’uomo, ma è un volere codificato dall’essere, a causa del male, come condizionamento, per cui dio isola l’uomo [“gesù fu condotto nel deserto per essere messo alla prova”] da se stesso [è ciò che accade oggi all’umanità grazie alla secolarizzazione], per sottoporre alla prova la libertà e la volontà auto salvifica dell’uomo. dio tenta questa volontà, e per farlo, deve mostrare all’uomo il regno dei cieli [“il tentatore gli mostrò tutti i regni della terra con la loro gloria e potenza”], cioè il cielo che è la civiltà della tecnica [mt 11, 12], il regno del male che seduce l’uomo moderno [secondo severino e galimberti], perché l’uomo desideri il male e il peccato, che sono il paradiso proibito reso accessibile, e così, conoscendo il bene che è lo stesso male [cristo = tecnica], conosce il tesoro [mt 13, 44], e, vincendo se stesso nella prova dell’apocalisse storica, rinunci ad esso [tramonto della civiltà della tecnica] per ritrovarlo in cielo, dopo la morte e la risurrezione [questa è l’equazione storico-esegetica già spiegata dalla ricerca epistemica: mt 11, 12 = mt 13, 44].
12.] il senso della prova è spiegato in questo paragrafo:
 
a.] l’uomo può essere salvato solo se la sua volontà è indipendente e simile rispetto alla volontà di dio.
b.] nel male [ad esempio: pillola del giorno dopo = forma di paradisizzazione: mt 11, 12] la volontà dell’uomo si rende positivamente indipendente dalla volontà di dio, cioè non condizionata [come ad esempio nella tentazione attuale delle adolescenti femmine].
c.] successivamente la volontà dell’uomo, scoperto il tesoro [mt 13, 44: il paradiso è libertà assoluta senza limiti come la pillola del giorno dopo], si rende simile alla volontà di dio [l’uomo rinuncia alla tecnica per ritrovarla in paradiso]. se la prova fallisce, l'uomo viene condannato, per la condizione [codificata dal principio] di dissimilazione da dio.