studio sulla definizione del precetto normativo
 
1.] nel paragrafo PTF87.html_[] sono state poste alcune determinazioni in ordine alla teoria epistemica del diritto relativamente alla sanzione. essa esorcizza la tentazione umana alla trasgressione della legge.
2.] la sanzione è associata al precetto ed è in funzione del precetto. la sanzione acquisisce il suo senso in relazione al precetto. il precetto è lo scopo dello stato, il quale è la costruzione del super-uomo, cioè di un uomo virtuoso, cioè capace di svolgere liberamente un lavoro a imitazione del creatore.
3.] lo stato ha un suo scopo [precetto], perché, come è stato detto nel punto 10.] del paragrafo PTF80.html_[], l’uomo ha una dimensione sociale. dio è il primo termine di una relazione sociale costruita dallo stato per l’uomo.
4.] questo dio, proposto dallo stato, non può essere proposto dalla chiesa. è il dio dell’aletheia, cioè di quel dis-velamento della verità, che pone all’uomo l’accesso al dio-eros [dio a-morale], mentre la chiesa propone il dio-morale perché la salvezza proviene all’uomo dal dio inteso in fase sacrificale.
5.] è quindi quello proposto dallo stato un dio che accende nell’uomo il desiderio.
6.] la disciplina del precetto [parte della norma giuridica, che è precetto e sanzione] risponde a questa domanda: in funzione del perseguimento di quale scopo la società è disposta ad applicare una sanzione ?
7.] lo scopo dell’uomo non può essere perseguito nella vita privata perché questo scopo ha una intrinseca natura pubblica, sia perché dio è relazione, sia perché per ottenere da dio l’accesso a dio e al paradiso, l’uomo deve svolgere le opere sociali.
8.] in numerosi paragrafi precedenti, inoltre, si è detto che lo scopo dell’uomo è il senso [il senso della sua creazione da parte di dio], senso inaccessibile nella dimensione terrena: per accedere al senso [la ragione particolare della creazione del singolo uomo], l’uomo deve accedere al paradiso, e quindi deve soddisfare la condizione di cui al punto 7.]: svolgere le opere sociali con le quali l’uomo si relazione sacrificalmente agli altri uomini e in essi a dio [mt 25, 40].
9.] lo scopo dell’uomo [accedere al senso in paradiso] è quindi eseguito dallo stato, che educa l’uomo al perseguimento della virtù, non obbligandolo ad essa, ma consentendogli una forza pari a quella della tentazione: così l’uomo è libero di fare il bene o il male, e può essere perfettamente selezionato da dio, per essere giudicato adatto all’accesso al paradiso, e in esso al senso.
10.] questa “fortificazione” dell’uomo si compie nella educazione civica dell’uomo, cioè nella scuola [in essa ogni esame è immagine riproduttiva del giudizio universale].
11.] quindi una prima determinazione di cui al punto 6.] è la seguente: la sanzione va applicata per obbligare l’uomo a frequentare la scuola [scuola dell'obbligo].
12.] in essa avviene la conoscenza del senso accessibile nella dimensione terrena: dio [divenuto etico con la creazione, implicante il lavoro di dio] ha creato l’uomo per completarsi con l’uomo, se questo è etico. da questa considerazione deriva il rapporto tra scuola e lavoro. la scuola conduce l’uomo al mondo del lavoro, formando in lui un sapere professionale, per consentire all’uomo di imitare, con il suo lavoro, il lavoro del creatore.
13.] l’imitazione del creatore si compie anche nel mondo accademico: qui l’uomo si assimila al creatore, non solo operando un lavoro, ma anche studiando le forme della creazione e del creatore stesso. nell’università [statale] avviene la conoscenza del creatore, compiuta secondo la condizione di cui al punto 4.]: una conoscenza del creatore che accende nell’uomo il desiderio.
14.] sono quindi scopi dello stato:
 
a.] lo studio del creato.
b.] lo studio del creatore.
b.] il compimento di un lavoro.

note

1.] classificazione sistemica:

a.] etica/empireologia/diritto/disciplina dello stato.

2.] paragrafo chiuso in data 19/5/2009, alle ore 19:55.